Salute, la virologa Capua sparge terrore sulla “Malattia X”: arriverà, prepariamoci
La malattia X, paventata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è in arrivo? Sì, almeno a sentire la virologa Ilaria Capua. «Arriverà. Anche se guardiamo solo alle pandemie influenzali, e non mettiamo altre infezioni nel calderone, per quello che sappiamo nell’ultimo secolo, dal 1900 al 1999, ce ne sono state 3. Facendo i conti, le pandemie influenzali arrivano ogni 11-40 anni, quindi un’altra pandemia ci sarà. Potrà essere causata da un virus influenzale, che è uno dei principali indagati, o potrà essere causata da altri virus. Ma ci sarà», le parole della virologa pronunciate oggi a Milano a margine di un appuntamento a Casa Recordati dove l’esperta è stata invitata per parlare di salute circolare.
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Non è questione di se, ma di quando arriverà, conferma commentando all’Adnkronos il monito che arriva dall’agenzia Onu per la salute. «Quello che proprio dobbiamo fare è prepararci, perché sennò non possiamo ritenerci Homo sapiens, ma passiamo direttamente alla categoria ’Homo stupidus’», osserva la scienziata che dopo anni di base negli Usa è rientrata in Italia, a Bologna, dove è Senior Fellow of Global Health alla Johns Hopkins. Anche a livello individuale, l’invito è a «non dimenticare. Penso alla fobia delle mascherine - riflette -. Io quando ero negli Stati Uniti avevo le mascherine a casa. Da sempre. Perché sapevo che una pandemia sarebbe arrivata, e sapevo che quando sarebbe arrivata le mascherine non si sarebbero trovate». Ecco quindi, evidenzia, «l’importanza di prepararsi. E si sa cosa bisogna fare. Non è una questione di dire ’oddio, da dove cominciò».
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Che orizzonte temporale abbiamo? «Dovremmo essere pronti già domani - avverte Capua - È chiaro che noi non possiamo sapere quando arriverà» la malattia X, «ma avere gli strumenti» già predisposti «è fondamentale. Quindi prepararsi, non dimenticare e continuare ad applicare comportamenti virtuosi tipo lavarsi le mani»: un gesto anti-contagio semplice e potente «che già adesso - sottolinea - si fa di meno».