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Scuola, chi occupa e fa danni deve essere bocciato: la linea di Valditara

Christian Campigli
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 «Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla». La massima resa immortale da Martin Luther King sembra essere diventata una sorta di viatico per il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Che ieri ha annunciato, senza mezzi termini, come la ricreazione sia (finalmente) terminata. «Bocciatura e responsabilità civile per chi occupa e danneggia».

L'esponente leghista si è trovato in questi mesi a dover gestire un universo, quello scolastico, che ha, e non da oggi, un plateale debole per la sinistra. Un settore nel quale i nipotini di Carlo Marx hanno esercitato potere e hanno dato le carte. Ma da quando il governo Meloni si è insediato, si sono iniziati a vedere cambiamenti considerati, fino allo scorso anno, assolutamente improponibili.

 

Ieri Valditara ha visitato a sorpresa l’istituto Severi Correnti di via Alcuino, a Milano, dove tra il 30 gennaio e 2 febbraio scorsi alcuni ragazzi hanno dato vita ad una occupazione trasformatasi in un’autentica devastazione dei locali scolastici. Banchi e cattedre distrutti, computer danneggiati, servizi igienici resi in molti casi inagibili, estintori scaricati nelle aule e sulle lavagne interattive e muri imbrattati con disegni osceni e scritte offensive, specie nei confronti delle forze dell’ordine. Un cumulo di danni quantificato in circa 70mila euro complessivi, di cui oltre 46mila solo per le pulizie.

«Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni. Credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo. Ma questa è una mia riflessione personale, credo». Valditara ha spiegato come ci si avvii verso un cambiamento del paradigma. Ovvero che tutti quelli che occupano sono, de facto, responsabili. Inoltre presenteremo nel testo sul voto di condotta una norma concordata con il ministero della Giustizia per cui si prevede si possa agire in giudizio per danno d’immagine. Cosa già prevista per le aggressioni al personale della scuola, che forse si potrebbe estendere anche alle situazioni di questo tipo».

 

In sostanza, spiega il ministro, in casi come questo, si metterà in atto «una presunzione che solo dimostrando di essere del tutto estraneo si potrà vincere. Anche perché chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni». Un’idea che ha come fine quello di isolare quegli studenti convinti che pubblico equivalga a gratuito. E che distruggere un’attrezzatura non abbia né costi, né tantomeno conseguenze. «Esistono altri strumenti per un confronto pacifico e democratico tra gli studenti, uno di questi è l’autogestione. Le occupazioni creano gravi danni alla collettività, privano gli studenti del diritto costituzionale allo studio, impediscono l’attività amministrativa delle scuole: non devono più essere tollerate. Se non si da un segnale forte da un punto di vista disciplinare vuol dire che la scuola non risponde in modo serio; chi fa questi atti di devastazione non ha a mio avviso capito il messaggio educativo della scuola. Dopodiché sarà l’autonomia delle singole scuole a decidere».

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