Emanuele Pozzolo, sono tre i dna trovati sulla pistola: i risultati della perizia
Sulla mini rivoltella non ci sono impronte digitali ma profili genetici ignoti. I carabinieri del Ris, che hanno effettuato i rilievi per ricercare tracce latenti sulla pistola sequestrata al deputato Emanuele Pozzolo, per il momento unico indagato per lesione e porto abusivo d’arma, hanno trovato tre profili genetici ignoti sulla mini rivoltella da cui è partito il colpo, durante il veglione di San Silvestro a Rosazza, in provincia di Biella, che ha colpito e ferito Luca Campana, genero del caposcorta del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, Pablito Morello. La Procura di Biella, a questo punto, dovrà decidere se effettuare il prelievo del dna di tutti i presenti al veglione dove è avvenuto il fatto. Altra evidenza che compare nella relazione dei carabinieri del Ris, nella parte che riguarda la perizia deca dattiloscopica, sull’arma effettuata nei laboratori, con i vapori di cianoacrilato è che non sarebbe stata ritrovata nessuba impronta digitale sulla «North American arms LR22» sequestrata la sera di Capodanno.
“Stub? Ecco come stanno davvero le cose”. Parla il super perito del caso Pozzolo
Pozzolo intanto avrebbe confermato ai probiviri del partito di non essere stato lui a sparare il colpo dalla sua pistola, come riferiscono a LaPresse alcuni parlamentari di FdI che hanno avuto modo di parlare con il deputato dopo la sua audizione alla commissione di disciplina e garanzia di FdI. «Nella notte di Rosazza c’erano sicuramente tre pubblici ufficiali dotati di mandato elettivo ed istituzionale (oltre a numerosi agenti di polizia penitenziaria). Uno, deputato, ha smentito di aver sparato.
"Perché Pozzolo ha tirato fuori la pistola", Colombo fa il detective: imbarazzo in studio
Gli altri due - il Sottosegretario alla giustizia Delmastro e il sindaco Delmastro- possono fare altrettanto? Se sì, lo dicano immediatamente e in modo giuridicamente formale e ineccepibile. E chi sono gli altri che hanno toccato quella pistola? E, soprattutto, visto che un pubblico ufficiale ha il dovere di segnalare alla magistratura la commissione di un reato di cui è testimone o al corrente, perché nessuno dei pubblici ufficiali di Rosazza si assume una responsabilità davanti al Paese e agli elettori che rappresentano, dicendo come sono davvero andate le cose in quell’assurdo veglione tra le montagne biellesi?». È il commento su X del senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva. La senatrice di Italia viva, Raffaella Paita, coordinatrice nazionale del partito, sottolinea invece che «a oltre un mese dal colpo partito dalla pistola del deputato Pozzolo a Capodanno, ancora non abbiamo la verità».