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Delitto di Cairate, Lugli spiazza Merlino: "Sarà facile capire chi è stato". Ma il movente...

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Il giallo di Cairate continua ad infittirsi. Emergono infatti sempre nuovi dettagli sull’omicidio del ventiseienne Andrea Bossi, ritrovato senza vita nell’abitazione dove si era trasferito da qualche mese. Nessuna effrazione: segno che Andrea avrebbe fatto entrare il suo assassino in casa. Scomparsi alcuni monili d’oro che porterebbero a pensare da un lato a una rapina finita male e dall’altro a un tentativo di depistare le indagini. E infine non si trova l’arma del delitto. Quello che si sa è che il giovane operaio originario di Fagnano sarebbe stato colpito diverse volte con un’arma da taglio e un fendente lo avrebbe ferito fatalmente alla gola.

Un rebus, quello della morte di Andrea Bossi, che si infittisce ulteriormente se si pensa poi al movente dell’omicidio. Perché uccidere un ragazzo che tutti descrivono come mite e sempre ligio al lavoro, incensurato e senza scheletri nell’armadio? Se l’è chiesto anche Massimo Lugli, giornalista di La Repubblica, ospite di Pomeriggio 5 e di Myrta Merlino. “Nei delitti all’arma bianca l’overkilling (in poche parole quando l’assassino non si ferma e usa una forza eccessiva per uccidere la sua vittima ndr) è la norma e anche la colluttazione quindi le ferite da difesa sulle mani – ha detto lo scrittore che poi ha anche aggiunto – Non mi riesco a spiegare un movente”.

 

Il dubbio potrebbe avere una risposta: “Perché non credo che questa persona sia andata lì per uccidere – dice Lugli – sarà abbastanza facile capire chi è. Sicuramente qualcuno già lo sa e lo stanno già cercando perché, insomma, l'avrà detto a qualcuno. Quindi perché uccidere?”. Merlino che seguendo il ragionamento del giornalista esperto di cronaca nera ha sottolineato l’ennesimo punto oscuro della vicenda: “Non ha eliminato le tracce. Ricordiamo che è andato via di corsa, non eliminando le tracce nella casa”.

Un assist per il ragionamento di Lugli che ha motivato ulteriormente i suoi dubbi: “Come se avesse agito in modo totalmente inconsulto – ha ipotizzato lo scrittore – se escludiamo l'omicidio premeditato, io escluderei anche il furto perché mi convince poco. Quindi c'è un altro movente che non so”. Un rebus nel rebus. Parola agli inquirenti.

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