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La sinistra non vuole togliere l'onorificenza al maresciallo Tito

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Pietro De Leo
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Prosegue il confronto in Commissione Affari Costituzionali sulla proposta di legge che mira a revocare l’onorificenza conferita nel 1969 a Josip Broz, universalmente - e drammaticamente conosciuto come Tito. Si tratta del Cavalierato di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ieri, una seduta piuttosto interlocutoria si è conclusa con la richiesta di un passaggio ulteriore. Ovvero un ciclo di audizioni, avanzato da Pd, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana. A quanto trapela si sta lavorando sulla lista (che presumibilmente sarà inoltrata già oggi al presidente della Commissione, l’azzurro Nazario Pagano). A ieri sera ancora i nomi erano ancora top secret, visto che si sta lavorando all’individuazione delle figure, ma a quanto ha modo di apprendere il Tempo i partiti si starebbero orientando su degli storici. «Legittimo che l’opposizione chieda delle audizioni», dice Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia e primo firmatario della proposta, che poi aggiunge: «Sono molto curioso e aspetto di sapere i nomi di chi chiameranno in Commissione, immagino per difendere quanto secondo me è indifendibile».

Ieri, intanto, si è scatenato un dibattito al di fuori del contesto politico, e riguarda la tragedia delle foibe. «Sarei soddisfatto, a nome di tutta l'associazione, se questa proposta di legge, una volta approvata, permettesse di togliere l'onorificenza a Tito.Con il giorno del ricordo anche le massime istituzioni hanno voluto ricordare cosa successe nel dopoguerra e oggi che c’è coscienza di ciò che veramente hanno subìto gli italiani e chi non era d'accordo con l'egemonia comunista di Tito, è possibile che tutti gli italiani apprezzino la revoca dell'onorificenza. Questo è il momento buono» ha affermato Renzo Codarin, presidente dell'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd), parlando all’Adnkronos. E specifica poi che «ciò non vuol dire creare tensioni con i Paesi che si sono succeduti» alla ex Jugoslavia «con i quali l'Italia intrattiene rapporti amichevoli e su questo diamo d’accordo».

La ricercatrice Alessandra Kersevan, dall’altro lato ritiene invece «inqualificabile e vergognoso che si discuta una proposta di questo tipo», sottolineando: «Dopo che il Regno d'Italia è stato invasore, oppressore, ha commesso crimini di guerra inenarrabili contro i popoli della Jugoslavia Tito è stato colui che ha organizzato, non l'unico, la resistenza partigiana contro l'occupazione fascista e nazista ed è riuscito a mettere insieme le diverse popolazioni della Jugoslavia». E ha aggiunto: «Questa proposta, che va avanti da anni, è veramente l'emblema della vittoria degli eredi dei fascisti Credo sia un banco di prova per coloro che, in parlamento, credono ancora di rappresentare il modo antifascista». La presidente dell’Associazione Nazionale Dalmata, Carla Cace, invece rilancia sulla proposta: «È una battaglia che tutte le associazioni degli esuli portano avanti da decenni». E sottolinea: «È assurdo che una figura controversa come quella di Tito, che storicamente sappiamo responsabile della morte di migliaia e migliaia di persone, abbia ancora queste onorificenze. È stato il decisore che ha portato alla morte migliaia di connazionali». 

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