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Pamela Mastropietro, confermato l'ergastolo per Oseghale. La mamma: "Combattete"

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I giudici della quinta sezione penale hanno rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Innocent Oseghale, imputato per l’omicidio e lo stupro di Pamela Mastropietro, la 19enne romana trovata morta, fatta a pezzi e messa in due trolley, a Macerata il 30 gennaio 2018. Nei primi due gradi di giudizio Oseghale è stato condannato all’ergastolo per omicidio, violenza sessuale, distruzione e occultamemto di cadavere. Nella requisitoria la Pg, Francesca Maria Loy, ha sollecitato il rigetto del ricorso spiegando che la «sussistenza della violenza sessuale si basa sulla prova logica», ribadendo che il ricorso della difesa è da considerare «inammissibile, almeno nella parte in cui la sentenza ha smentito che il rapporto sessuale è avvenuto nel sottopasso, ma nell’abitazione» ed è escluso che si sia «trattato di un rapporto consensuale». Per Oseghale quindi è stato confermato l’ergastolo.

 

 

«È ciò che aspettavo da 6 anni». Lo ha detto, visibilmente commossa, Alessandra Verni, la mamma della vittima, subito dopo la lettura del verdetto della Cassazione. «La mia battaglia però non finisce qui su eventuali altre responsabilità», ha aggiunto. «Chiedo a Oseghale di pentirsi e di dire chi era con lui», ha continuato la donna, che ha quindi annunciato una «fiaccolata» in ricordo della figlia in occasione dell’anniversario della morte, il prossimo 30 gennaio. «Non mollate mai, abbiate fede e combattete», con parole nette e di speranza, Verni, interpellata dai giornalisti, si è rivolta così alla famiglia di Giulia Tramontano, che ha appena iniziato il processo per ottenere giustizia. «Lo dico non solo ai familiari di Giulia ma anche alle famiglie delle altre vittime: se volete unitevi a noi. Le leggi devono cambiare e le istituzioni devono starci a sentire», ha aggiunto. 

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