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Rosa e Olindo, Nuzzi tira fuori il documento che mina la tesi innocentista

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C'è un documento che mina alla base l'istanza di revisione del processo per la strage di Erba presentata dal sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser secondo cui i colpevoli non sono i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo in via definitiva. In un lungo articolo pubblicato sulla Stampa ne dà notizia Gianluigi Nuzzi, che ieri ha ospitato Tarfusser a Quarto Grado, su Rete 4. Si tratta della relazione di 14 pagine inviata al procuratore generale di Milano, Francesca Nanni, dal capo dell'Avvocatura del capoluogo lombardo, il magistrato Lucilla Tontodonati, ad aprile dello scorso anno. "Tutte e tre le nuove consulenze della difesa – scrive Tontodonati – consistono, a mio parere, in diverse valutazioni di prove già conosciute ed esaminate nel giudizio, valutazioni, peraltro, inidonee a determinare un effetto demolitorio del giudicato". Insomma, elementi insufficienti per un nuovo processo perché no ci sarebbe nessuna "prova nuova" ma solo "ricostruzioni alternative ed ipotetiche". Il documento è stato mostrato ieri a Quarto Grado. Nell'articolo odierno, Nuzzi ne ripercorre vari passaggi.

 

Rosa e Olindo nella confessione oggi messa in discussione hanno fornito elementi che solo gli assassini potevano sapere, spiega il giornalista. "E vanno tenute presenti anche le risultanze oggettive relative alla ricostruzione della dinamica dei fatti, tra cui la circostanza che le ferite provocate alle vittime sono risultate essere state provocate da colpi inferti da due soggetti con forza diversa: più deboli i colpi inferti da un soggetto mancino, più forti quelli provocati da un soggetto destrimano. E la Bazzi è risultata mancina mentre il marito destrimano", si legge ne documento.

 

Le ricostruzioni di Tarfusser sulle circostanze della morte di Valeria Cherubini, inoltre, poggiano su "valutazioni delle risultanze autoptiche all'epoca esperite e che, peraltro, confliggono con dati oggettivi accertati, come le tracce di sangue" trovate nella casa di Erba. Per Tontodonati inoltre le perizie psichiatriche già effettuate sui coniugi non presentano le "deficienze del tipo sostenuto nell'attuale consulenza". Non ci sarebbero inoltre nuove prove neanche sul riconoscimento da parte di Frigerio del suo assassino, avvenuto in secondo momento. Insomma, tutti elementi già valutati e che, dal punto di vista tecnico, escluderebbero la possibilità di celebrare nuovamente il processo. 

C'è poi la famosa macchia di sangue sul battitacco dell'auto di Olindo, che Tarfusser mette in discussione. Una prova importante. Ma "nemmeno la consulenza del genetista Capra, tesa a confutare la bontà della traccia di sangue della vittima Cherubini sul battitacco dell'auto di Olindo «può costituire prova nuova» perché non è «fondata su nuove acquisizioni scientifiche e tecniche diverse ed innovative, tali da fornire risultati non raggiungibili con le metodiche in precedenza disponibili»", scrive Nuzzi citando il documento inedito. Insomma, la riapertura del caso di Erba non affatto scontata.

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