Governo, legge contro le truffe nella beneficenza: "Ma non sarà anti-Ferragni"
Non solo il caso legato ai pandori griffati Chiara Ferragni, ma anche tutte le controversie legate alle raccolte benefiche promosse sui social emerse negli ultimi mesi. Gli episodi, dunque, non mancano. E così Palazzo Chigi è pronto a lanciare un provvedimento ad hoc contro le truffe sulla beneficenza, con controlli più severi e sanzioni più dure. A quanto apprende l’Adnkronos, alla luce anche del caso Ferragni gli "sherpa" del governo starebbero mettendo a punto una norma, forse un decreto, per introdurre regole precise a garanzia della massima trasparenza. A confermare l’attenzione dell’esecutivo sul tema è il vicepresidente vicario del gruppo Fratelli d’Italia alla Camera, Manlio Messina: «Il governo sta lavorando a una proposta relativa al comparto della beneficenza. Certamente - dice Messina - si punta a rafforzare la parte della trasparenza» con l’obbligo «di indicare in maniera chiara e netta l’importo dei contributi che si ricevono, e quanto viene destinato alla beneficenza. La parte che non va in beneficenza deve essere rendicontata nel dettaglio». Sul tavolo anche «un aumento dei controlli».
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Allo stato non ci sarebbe ancora un testo: «Vedremo quando il provvedimento arriverà in Aula. Chi lucra sulla beneficenza a malati, bambini e orfani, si macchia di un reato molto più grave rispetto a una truffa classica», avverte Messina, che ci tiene a precisare: «Non si pensa a una legge anti- Ferragni, si tratta solo di regolamentare questa materia. Vogliamo alzare l’attenzione su un settore vasto e ramificato: c’è tanta gente che fa davvero beneficenza e tanti altri che se ne approfittano». «C’è un mondo sommerso - rimarca il vicecapogruppo di Fdi - che va fatto emergere e portato alla luce del sole. A parlare del rischio truffe nei casi di beneficenza e della necessità di maggiore trasparenza, del resto, è stata la premier Giorgia Meloni in occasione della conferenza stampa di fine anno a proposito delle polemiche che hanno investito Chiara Ferragni». La premier aveva detto che si tratta di un tema sul quale bisogna lavorare - le parole della presidente del Consiglio - perché altrimenti «si rischia che magari il caso singolo possa poi impattare su una cosa fondamentale che è la beneficenza»,