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Rosa e Olindo, "abbaglio collettivo?". Il procuratore Tarfusser replica a Mentana

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Cuno Tarfusser, il sostituto procuratore generale di Milano che ha fatto riaprire il caso della strage di Erba, è intervenuto mercoledì 10 gennaio a L'aria ce tira, il programma condotto da David Parenzo su La7. Al magistrato vengono fatte ascoltare le parole di Enrico Mentana che ha dato la notizia del procedimento della Corte d'Appelllo di Brescia che potrebbe innescare un nuovo processo per Rosa Bazzi e Olindo Romano, la coppia condannata per la strage familiare, durante il Tg La7 manifestando più di un dubbio. Insomma, le prove sembravano "schiaccianti" e se "abbiamo preso tutti un abbaglio collettivo lo ammetteremo, ma sembra molto difficile", afferma il direttore. Tarfusser risponde premettendo che "non uso mai la parola innocenza perché non è una categoria giuridica, la categoria esatta è quella della colpevolezza: o uno è colpevole o non lo è e quindi viene assolto". Per il magistrato, Rosa e Olindo non lo sono. 

 

Ma perché si è messo a indagare su Erba? "Io sono solo un magistrato che ha come suo faro ha quello della Costituzione", argomenta Tarfusser il quale spiega di non aver seguito la vicenda fino a quando qualcuno non gli ha messo una "pulce nell'orecchio", racconta spiegando che un avvocato gli aveva posto delle domande sul caso.  Dopo aver letto un libro inchiesta, si è appassionato alla vicenda e ha letto le carte giudiziarie trovando, a suo dire, elementi che scagionano i coniugi. Anche grazie "all'ausilio di nuove tecnologie e di nuove conoscenze scientifiche disponibili dopo 15 anni" dai fatti.

 

Insomma, Tarfusser quando ha letto le carte si è convinto che Rosa e Olindo non sono colpevoli: "Questo mi angoscia" perché rappresenterebbe un clamoroso errore giudiziario. Ma se non sono stati Rosa o Olindo chi è stato? "Mi sono fatto un'opinione ma non posso dirla, non ho elementi probatori per sostenerla e non rientra nei miei compiti", taglia corto il magistrato. 

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