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Filippo Turetta, “un privilegiato in carcere”. Ribellione per la playstation

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Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è detenuto nel carcere di Montorio a Verona. Ma ci sono alcuni problema nella sua detenzione. Con l’associazione Sbarre di Zucchero, che si occupa dei diritti dei carcerati, che alza la voce: “La linea di Sbarre di Zucchero sulla presenza di Turetta a Montorio è stata chiara dall’inizio. Dopo aver reso noto il malumore che aleggiava tra detenuti, parenti ed avvocati, abbiamo scelto il silenzio ma, di fronte alla perdita di queste giovani vite (Farhady Mortaza, 30 anni, in cella da solo per problemi psichiatrici, Giovanni Polin, 34 anni, Oussama Sadek, 30 anni, anche lui isolato, in cella da solo nonostante precedenti atti di autolesionismo, a 3 mesi dal fine pena) non possiamo tacere di fronte al differente trattamento detentivo. Nel carcere di Verona c’è chi può trascorrere il tempo giocando con la playstation e c’è chi viene abbandonato in una cella di isolamento…”.

 

 

La denuncia, riferita dal Corriere del Veneto, riguarda tre suicidi. E l’associazione chiede di “capire perché esistano dei privilegi. Perché un diritto se non è per tutti diventa un privilegio a tutti gli effetti e noi non possiamo e non vogliamo far finta di nulla”. La direttrice del penitenziario, Francesca Gioieni, respinge le accuse: “Nessun trattamento di favore a Turetta. I detenuti che si trovano come lui in infermeria non hanno le occasioni di socialità che hanno gli altri. Pertanto hanno l’accesso a una playstation. Questo non è un privilegio e, inoltre, di playstation ne arriveranno altre a breve”. Turetta non è detenuto in isolamento per evitare che compia atti di autolesionismo, vista la carenza di personale che possa controllarlo di continuo. E inoltre, riferisce il quotidiano, sembra che l’ex fidanzato di Giulia sia più interessato a leggere i libri che gli sono stati forniti che giocare con il dispositivo della Sony.

 

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