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Report Openpolis, rischio alluvione: Calabria, Emilia-Romagna e Veneto le più esposte

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In dieci anni le aziende agricole sono diminuite del 10%. Non solo. Più del 5% del territorio italiano è a rischio alluvione e le regioni più esposte sono Calabria, Emilia Romagna e Veneto. Sono i dati che emergono dal report realizzato da Opebnpolis e Aic. «Le aziende agricole in Italia sono diminuite del 30 per cento in 10 anni: nel 2020 sono 1,13 milioni secondo l’ultimo censimento Istat. E rispetto al 1982 si sono persi quasi due terzi di tutte le imprese agricole del nostro Paese (-63,8%). Tuttavia è aumentata l’estensione media: molte piccole aziende sono scomparse mentre sono in maggior numero quelle più grandi (+17,7% oltre i 100 ettari)». Questi alcuni dei dati estrapolati dal report realizzato da Openpolis e Aic, Associazione Italiana Coltivatori, in occasione del decimo Congresso nazionale di Aic "Agricoltori per scelta. Ri-generiamo il futuro" che ha preso il via giovedì 22 giugno alle 14.30 all’Auditorium Antonianum in viale Manzoni 1 a Roma. Nel report, inoltre, si evidenzia come «l’incidenza del lavoro irregolare in agricoltura in Italia si attesta sul 24,4%, il doppio rispetto alla media di tutti i settori (12%).

Non solo. Il 5,4 per cento del territorio italiano è a rischio alluvione e le regioni più esposte sono Calabria (17,1 per cento), Emilia-Romagna (11,6 per cento) e Veneto (10 per cento). Allo stesso tempo però la disponibilità idrica in Italia è diminuita del 20 per cento rispetto al trentennio 1920-1950». «A fianco alla fotografia dello stato dell’agricoltura in Italia - con un focus sul Lazio che sarà presentato nella prima giornata di lavori e uno sull’Emilia Romagna previsto per venerdì 23 - vengono avanzate proposte per potenziare il settore, a partire dal proficuo uso dei 4,88 miliardi del Pnrr di titolarità del ministero dell’Agricoltura».

 

 

 

 

«Secondo il rapporto - si spiega in una nota - in Italia il 93% delle aziende è a conduzione familiare, ma cresce l’incidenza del lavoro salariato, spesso saltuario. Il 13,5% delle imprese è guidata da un under 45 e le donne che conducono imprese agricole sono il 31,5%. Anche in agricoltura le giovani donne sono doppiamente penalizzate: guidano appena il 3,6% delle imprese, meno della media Ue (5,7%). Aprire il settore a giovani e donne è un modo per investire nel suo futuro». «Con questo report affrontiamo alcuni temi sui quali è necessario lavorare intensamente per mettere in moto una ri-generazione di visione e d’azione, al centro del decimo congresso nazionale di Aic - afferma Giuseppino Santoianni, presidente nazionale di Aic -. Si stima che la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi di persone entro il 2050, sarà necessario aumentare la produzione alimentare del 50% per soddisfare la domanda crescente». «Inoltre i fenomeni meteorologici estremi che ci colpiscono con crescente frequenza sono campanelli d’allarme sempre più forti di una crisi climatica sistemica che dobbiamo affrontare uniti - conclude il presidente Santoianni - Vediamo chiaramente come le agricoltrici e gli agricoltori di tutto il mondo, in Africa come in Emilia Romagna, sono nella prima linea di questo fronte, lottando ogni giorno contro gli effetti della crisi climatica. Per ri-generare il nostro rapporto con la terra dobbiamo ripartire da loro».

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