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Movida selvaggia, i Comuni paghino i danni ai residenti: la Cassazione mette nei guai i sindaci

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La movida selvaggia e gli schiamazzi a tutte le ore del giorno e soprattutto della notte fanno male alla salute: i residenti dei quartieri più "animati"  possono chiedere il risarcimento dei danni subiti al Comune se questo non garantisce il rispetto delle norme di quiete pubblica. E di conseguenza non tutela la salute dei cittadini. Una svolta per i cittadini che vivono nei quartieri ostaggio della movida, una spada di Damocle per le amministrazzioni comunali. Tutto è partito da una coppia che vive in centro a Brescia: a presentare il ricorso (la prima denuncia risale al 2012) sono stati Gianfranco Paroli, fratello dell’allora sindaco Adriano, e la moglie che abitavano in una strada in un quartiere storico della città, che la sera si popolava di ragazzi fino a tarda notte, riporta il Giorno. Ebbene, la coppia chiedeva un risarcimento "per le immissioni di rumore" nella propria abitazione.

In primo grado i due coniugi avevano viste riconosciute le loro ragioni, ma la sentenza era stata ribaltata in appello. Il colpo di scena è arrivato al terzo grad di giudizio, con gli ermellini della Suprema Corte che hanno disposto un appello bis perché, attenendosi ai principi di tutela della salute, un nuovo processo quantifichi i danni subiti dai residenti.

"La pubblica amministrazione è tenuta ad osservare le regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, può essere condannata sia al risarcimento del danno patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato la lesione di quei diritti, sia la condanna ad un ’facere', al fine di riportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità", spiegano i giudici della Cassazione. I sindaci delle città in cui le notti sono fuori controllo sono avvisati. 

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