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Omicidio Giulia Tramontano, test del Dna falsificato da Impagnatiello

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Per convincere l'amante americana di non avere più nulla a che fare con Giulia Tramontano, il fidanzato Alessandro Impagnatiello avrebbe persino falsificato un test del Dna per provare a farle credere che il figlio che Giulia portava in grembo non era suo. Ma l'altra donna, che lavorava insieme a lui all'Armani Bamboo bar di Milano, si è subito insospettita. Non ha creduto ad Alessandro, l'uomo che, poche ore dopo il chiarimento avvenuto tra le due donne, al rientro di Giulia a casa l'ha uccisa a coltellate per poi nascondere il corpo in un'intercapedine di via Monte Rosa, a Senago, e provare a sbarazzarsene bruciandolo. 

Questa la ricostruzione degli inquirenti che indagano sulla morte di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, dopo la confessione di Impagnatiello, messo alle strette dopo i rilievi nella sua auto e nell'abitazione in cui conviveva con la 29enne uccisa. Nel frattempo l'Armani Hotel prende le distanze dall'ex barman. «Già durante i giorni delle indagini - si legge in una nota di Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC - il signor Alessandro Impagnatiello era stato sospeso dalle sue mansioni di barman presso Armani Hotel». Il locale oggi è rimasto chiuso.

E mentre le indagini sull'omicidio di Senago proseguono, emerge una drammatica testimonianza di solidarietà tra le due donne. Giulia e la ragazza americana, la fidanzata ufficiale e l'amante. Proprio quest'ultima, a cui Impagniatiello era sentimentalmente legato da un anno, preoccupata per la Tramontano le avrebbe anche offerto ospitalità. «Se hai problemi - le avrebbe detto - puoi venire a stare da me». La 29enne incinta, però, è rientrata a casa dove l'aspettava Alessandro. Di lì a poco il tragico epilogo.

«È come se stesse pian pianino uscendo da un’allucinazione, da una situazione di cui ha iniziato probabilmente a rendersi conto ieri sera». Così l'avvocato di Impagnatiello, l’avvocato Sebastiano Sartori, descrive il barman trentenne che stanotte ha confessato l’omicidio della compagna Giulia Tramontano. Il legale di fiducia, nominato nei giorni scorsi, quando l'uomo non era ancora indagato per l’omicidio, è in contatto con la mamma e il fratello del 30enne. I familiari - racconta l’avvocato - hanno subito uno «choc enorme, sono distrutti».

 

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