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Ponte Morandi, choc al processo: "Sapevo dei rischi e non feci nulla"

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Sgomento al processo per il crollo del Ponte Morandi di Genova. "I tecnici Aspi ci dissero che c'era un difetto originario sul Morandi, il direttore generale rispose che avrebbe autocertificato lo stato di salute. Non feci nulla, è il mio grande rammarico", ha riferito Gianni Mion, ex ad della holding Edizione dei Benetton, ex consigliere di amministrazione di Aspi e della sua ex controllante, Atlantia. Parole pronunciate nell'udienza di lunedì 22 maggio e destinate a creare un putiferio. Nel dettaglio, Mion si riferisce a una riunione del 2010, otto anni prima del crollo del viadotto Polcevera avvenuto il 14 agosto 2018 e che causò 43 vittime. 

"Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo (...) Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose 'ce la autocertifichiamo'. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico", ha detto Mion. Alla riunione, viene ricostruito dal manager, parteciparono l’Ad di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e tecnici e dirigenti di Spea.

"Si facevano periodiche riunioni, cosiddette di induction, con i management delle varie società controllate. Erano riunioni importantissime". Per Mion era riunioni "con limiti, ma sufficienti a dare visione completa. Il Polcecevera era importantissimo, collegava tre regioni. Ho un vivissimo ricordo, a quell’incontro parteciparono Castellucci e l’allora direttore generale Mollo di Aspi (Riccardo, imputato, ndr)". Del Morandi "emerse la specificità del progetto dell’ingegner Morandi, avevo capito che era molto originale e complicato. Io, che pure non sono tecnico, chiesi: c’è una certificazione di un agente esterno sulla percorribilità del Ponte?". Il pm in aula ha ricordato che interrogato dalla Finanza il manager disse che ’i tecnici rivelarono che c’erano dubbi che quel ponte potesse stare su e la risposta fu 'ce lo autocertifichiamo'"". Mion ha confermato quelle dichiarazioni riferendosi all’ingegner Mollo: "Io purtroppo non replicai, ma ero preoccupato. Cosa vuol dire autocertificarsi? È una contraddizione in termini. Non condividevo, ma non dissi niente, è un mio rammarico". L'esame di Mion è proseguito, nonostante la richiesta di sospensione da parte di uno dei legali - difensore dell’ex direttore del Primo tronco di Autostrade, Riccardo Rigacci - che ha chiesto anche che Mion venisse indagato. Su questa i richiesta i giudici si sono riservati di decidere.

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