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La Tav rallenta in Francia. Spunta il rinvio al 2046, Salvini: "Vogliamo chiarezza"

Christian Campigli
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Un rapporto complesso. Un amore mai sbocciato. Una contesa che rischia di rendere più difficile uno dei punti nodali dell'intero governo. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, punta il dito contro la Francia. Stavolta però non sono (almeno all'apparenza) i migranti il tema del contendere, ma un'opera ferroviaria attesa da anni. «Aldilà degli insulti, delle polemiche e delle provocazioni che registriamo con stupore, siamo preoccupati - ha detto il leader del Carroccio dalle titubanze francesi a proposito di Tav. Da Parigi ci aspettiamo chiarezza, serietà e rispetto degli accordi: l'Italia è stata ed è di parola, non possiamo accettare voltafaccia su un'opera importante non solo per i due Paesi ma per tutta Europa».

 

L'allarme su possibili ritardi nella costruzione di una parte della sezione francese della Torino-Lione era scattato un mese fa, con l'appello lanciato al presidente Emmanuel Macron da sessanta parlamentari francesi di diversi partiti politici. A preoccupare i parlamentari d'Oltralpe - tra cui diversi membri del gruppo di amicizia Italia-Francia c'è un recente e contestato rapporto del Consiglio d'Orientamento delle Infrastrutture (Coi) di Parigi che raccomanda di rinviare almeno al 2045 la costruzione della sezione francese del progetto Torino-Lione. Nel primo pomeriggio di ieri, l'agenzia di stampa LaPresse ha diffuso la precisazione del Ministro dei Trasporti francese, Clément Beaune.

«Non c’è alcun dubbio sul fatto che il progetto Lione-Torino sia prioritario. Il rapporto del Conseil d’orientation des infrastructures apre la strada a uno slittamento del calendario perla costruzione dell’accesso ferroviario al futuro tunnel di base della Lione-Torino, ma sebbene questo documento sia il risultato di un eccellente lavoro parlamentare, non sostituisce in alcun modo una decisione presa dal Governo. Gli impegni nei confronti della linea Lione-Torino rimangono invariati». La sensazione, in ambienti politici italiani, è quella di un nuovo tentativo, da parte del governo Macron, di cercare lo scontro con l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

 

Bollato, appena ventiquattro ore fa come «ingiusto, disumano ed inefficace sulla gestione dei migranti». L'alterco con i Galletti non è l'unico che sta affrontando la maggioranza di centrodestra. Matteo Salvini, da oltre sei mesi, chiede all'Austria di rivedere (e cambiare) la norma che impedisce ai tir (italiani) di passare il confine col Brennero di notte. «Ho scritto al commissario dei Trasporti dell’Unione europea chiedendo la procedura per un avvio di infrazione nei confronti dell'Austria, perché non può danneggiare imprese e autotrasportatori italiani, perché questa è concorrenza sleale. I trattati non possono valere per alcuni sì e per altri no». 

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