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Tagadà, lo zoologo smonta la perizia sull'orsa: "I denti? Il Dna non mente"

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L'orsa Jj4 accusata di aver aggredito uccidendolo il 26enne Andrea Papi nei boschi del Trentino è innocente, come emerge da una perizia veterinaria forense promossa da Leal, la Lega antivivisezione? A questo interrogativo risponde Filippo Zibordi, zoologo che ha lavorato anche al programma Life Ursus per il ripopolamento dell'orso. Per gli animalisti, dunque, non c'è certezza che il "killer" sia Jj4 e l'ordinanza di abbattimento spiccata dal presidente Fugatti va annullata. Il motivo è che l'orso responsabile dell'aggressione, secondo la perizia, sarebbe un maschio e non una femmina in base alla distanza tra i denti.

 

"Mi ha molto stupito il fatto che si possa pensare di discriminare un maschio da una femmina di orso sulla base della distanza tra i canini", spiega lo zoologo nella puntata di giovedì 11 maggio di Tagadà, su La7. "La distanza tra i denti non è una discriminante così forte come ad esempio la variazione ponderale", ossia il peso dell’esemplare.  "Noi sappiamo che gli orsi non hanno dimorfismo sessuale, i maschi sono uguali alle femmine ma di norma sono più grandi. Stando ai dati" della perizia "potrebbe essere qualunque orso di grossa taglia", spiega lo zoologo. 

 

Diverso il discorso per l'identificazione su base genetica. "Il Dna non sbaglia", afferma Zibordi che commenta anche l'ipotesi che il materiale genetico ritrovato possa essere stato lasciato dall'orsa successivamente alla morte del runner. "Mi sembra veramente molto improbabile perché parliamo di un lasso di tempo molto breve tra l'aggressione il ritrovamento, parliamo di qualche ora. E per di più sarebbe stato trovato anche dell'altro Dna", ossia dell'orso che avrebbe ucciso Papi. Per lo zoologo gli indizi che portano alla responsabilità di Jj4 hanno il crisma della "certezza", perché il Dna è stato identificato "senza ombra di dubbi" da un laboratorio che opera da 15 anni. 

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