Sardegna in rivolta per le tre esercitazioni militari di Nato e Marina in un mese
Migliaia di militari sono impegnati in Sardegna per tre esercitazioni della Difesa e della Nato. Un gigantesco spiegamento di forze internazionali che ha sollevato polemiche per l’uso del suolo e del mare sardo. Si chiude oggi «Mare Aperto 2023-1», il principale ciclo addestrativo della Marina Militare, mentre entra nel vivo la «Noble Jump II 23» della Nato che andrà avanti fino al 13 maggio. Lunedì, invece, prende il via l’esercitazione italiana interforze «Joint Stars» che si protrarrà fino al 26 maggio.
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Mezzi militari arei, navali e terrestri sono in giro per la Sardegna, nei suoi cieli e nei suoi mari, una presenza che non passa inosservata agli abitanti e alle prime ondate di turisti che stanno visitando l’Isola. Il 28 aprile, in occasione della festa di «Sa Die de sa Sardigna» («Il Giorno della Sardegna») che celebra la cacciata dei piemontesi del 1794, c’è stata una manifestazione di protesta tra Villasor e l’aeroporto militare di Decimomannu. «Gherraus impari po una Sardinnia libera» («Combattiamo insieme per una Sardegna libera») era lo striscione che apriva il corteo. I circa duecento manifestanti, radunati dall’organizzazione «Sardinnia Aresti», avevano trovato uno schieramento di forze dell’ordine è c’era stato qualche attimo di tensione con l’utilizzo degli idranti. Non sono in programma nuove manifestazioni, ma indipendentisti e antimilitaristi potrebbero tornare in campo durante questa primavera per osteggiare le continue esercitazioni di mezzi militari sull'isola.
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