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Limite a 30 km/h in città, autovelox e telecamere più "facili": la proposta di legge

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Christian Campigli
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Una maggiore attenzione alla sicurezza e alla difesa della vita o un subdolo metodo per aumentare il numero di multe stradali nelle grandi città? La nuova proposta di legge promossa dalle associazioni Legambiente, Fiab, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis, fondazione Michele Scarponi e redatta da Andrea Colombo (ex assessore alla mobilità di Bologna) divide. E non poco. Una norma che, se approvata, renderà diffuso in buona parte dei centri abitati italiani il limite a trenta chilometri orari.

Quattro i punti previsti: l’applicazione generale del limite massimo di velocità di 30 km/h su tutte le strade urbane salvo soltanto quelle a scorrimento veloce a 50 km/h, l’adeguamento dell’infrastruttura stradale per la moderazione del traffico e della velocità, il rafforzamento dei controlli sul rispetto delle regole di comportamento in strada, campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti della strada. Prendendo spunto dal codice della strada del Regno Unito, come ricorda l'agenzia di stampa AdnKronos, la proposta di legge introduce il principio di gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada, secondo cui i conducenti dei veicoli che, per massa e velocità, possono causare i danni maggiori in caso di collisione, hanno la massima responsabilità di prendersi cura e ridurre il pericolo per gli utenti più vulnerabili della strada.

Sul piano tecnico, vengono eliminati limiti e autorizzazioni ministeriali per eseguire interventi di modifica fisica delle strade per far rallentare le macchine: potranno essere installati e realizzati liberamente, come avviene nel resto d’Europa, dossi e rialzi, pavimentazioni colorate, chicanes, restringimenti centrali o laterali della carreggiata, isole salvagente, ampliamenti dei marciapiedi, arredo anche verde. Gli autovelox potranno essere montati senza più autorizzazione del Prefetto e non più solo in caso di incidenti già avvenuti ma anche in via preventiva. L’uso delle telecamere viene esteso ad altre violazioni pericolose, come la guida al cellulare o la mancata precedenza sulle strisce pedonali. Ed è proprio su questo punto, quello delle multe, che la proposta di legge rischia di trovare gli ostacoli maggiori. Esiste infatti una concreta possibilità che i nuovi limiti si possano tradurre in autentici salassi per le famiglie italiane. 

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