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Artem Uss, il ministro Nordio incontra i giudici: prove di pace sul caso russo

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Prove tecniche di pacificazione in tribunale a Milano fra il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e i giudici del "caso Uss", il 40enne uomo d'affari russo evaso dai domiciliari a Basiglio, nel Milanese, lo scorso 22 marzo. Dopo le tensioni della settimana scorsa - segnate dal botta e risposta sull'asse Nordio-Corte d'Appello Milano-Anm e culminate nell'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti dei 3 magistrati "rei" di aver disposto i domiciliari per il figlio dell'oligarca su cui pendeva richiesta di estradizione statunitense - ecco i primi segnali di distensione.

Il ministro ed ex pm si è presentato giovedì in corso di Porta Vittoria, ufficialmente per partecipare al convegno "Nuovo sistema del Brevetto Unitario" in un'Aula magna gremita per discutere di uno dei pallini della classe dirigente meneghina: portare in città il Tribunale unificato dei brevetti (Tub). Due ore prima un incontro a porte chiuse con il presidente della Corte di Appello, Giuseppe Ondei, nell'Aula di Presidenza dell'Ordine degli avvocati di Milano, dalla quale i due sono usciti mostrandosi anche in un timido abbraccio a favore dei presenti. Pochi minuti dopo, un pranzo con i vertici del Palazzo di Giustizia nella biblioteca. Presenti - fra i tanti - il presidente del Tribunale, Fabio Roia, e il procuratore Capo, Marcello Viola. Contesto "cordiale, ma non si è parlato di Uss", assicura un commensale.

Se ne parlerà probabilmente venerdì in occasione del secondo giorno consecutivo del Guardasigilli a Milano, atteso in Prefettura per un bilaterale con l'omologo francese, Eric Dupond-Moretti, per l’istituzione del forum di consultazione regolare tra i due ministeri in attuazione del Trattato del Quirinale.  

A certificare il ritorno dell'armonia - o quantomeno una tregua - fra via Arenula e le toghe milanesi è lo stesso ministro. "Pace fatta? Non ce n'è mai stato bisogno, non c'è mai stata guerra", afferma pochi minuti prima di fare il suo ingresso al convegno sul Tub. "Inconcepibile - ha ribadito nel corso del suo intervento - che un ministro, che si sente magistrato, abbia voluto fare la guerra a questa istituzione che io onoro e ho cercato di onorare in 40 anni". "Autonomia e indipendenza della magistratura - ha concluso Nordio - per me sono principi sacrosanti, non ci sarà mai e poi mai un passaggio del pm sotto il controllo o l’influenza del potere esecutivo".

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