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‘Ndrangheta, arrestato il boss Bonavota: era tra i quattro latitanti più pericolosi

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Nuovo duro colpo alla criminalità organizzata in Italia. Nella mattina di oggi a Genova, a conclusione di articolate indagini condotte dal Ros e dai comandi provinciali carabinieri di Vibo Valentia e Genova, è stato arrestato Pasquale Bonavota, 49 anni, ricercato inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del «programma speciale di ricerca» del ministero dell’Interno. 

 

 

L’uomo era ricercato in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’indagine Rinascita-Scott del Ros, dal tribunale di Catanzaro, poiché ritenuto responsabile dei delitti di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca Bonavota rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio (Vibo Valentia). Bonavota era l’unico rimasto in stato di latitanza a seguito dell’esecuzione dell’operazione Rinascita-Scott che, il 19 dicembre 2019, ha portato all’arresto di 334 soggetti ritenuti appartenenti alle strutture di ’ndrangheta della provincia vibonese. Le indagini sono state dirette dalla procura della repubblica - direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri.

 

 

In pochi mesi sono quindi stati arrestati due su cinque dei latitanti più pericolosi d'Italia nella lista stilata dalla Direzione centrale della Polizia Criminale. Oltre a Bonavota a inizio gennaio era finito in manette il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Restano solo tre uomini nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità, il sardo Attilio Cubeddu (ricercato dal 1997), il palermitano Giovanni Motisi (ricercato dal 1998) e il napoletano Renato Cinquegranella (ricercato dal 2002).

 

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