Israele, “forse non era un attentato”. La pista dell'incidente sulla morte di Parini
Un tragico evento? La polizia israeliana «sta esaminando la possibilità che non si tratti di un attacco terroristico» quello andato in scena ieri sera a Tel Aviv. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz, citando le dichiarazioni del comandante del distretto di Tel Aviv, Ami Eshed: secondo una fonte della polizia, nel veicolo di Yusef Abu Jaber non è stata trovata un’arma, ma solo una pistola giocattolo. E a seguire tale ipotesi è pure Omar, il fratello dell’arabo-israeliano che ha travolto e ucciso il cittadino italiano Alessandro Parini e ha ferito altri turisti che erano sul posto: “Per quattro giorni e per quattro notti Yusef non aveva dormito. Può darsi si sia addormentato ed abbia perso il controllo dell’automobile”.
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Nel frattempo, in attesa di dettagli più chiari, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato che l’Esercito contribuirà con «mezzi e truppe» alle attività della polizia nelle città. «Dopo aver completato stasera una valutazione della situazione operativa, Gallant ha ordinato di destinare risorse e truppe delle forze israeliane di difesa per assistere le attività della polizia», ha spiegato una portavoce del ministero in un comunicato. Gallant ha anche deciso di prorogare fino a mercoledì sera la chiusura dell’accesso al territorio israeliano per i palestinesi della Cisgiordania e di proibire l’accesso ai palestinesi dalla Striscia di Gaza. «La chiusura include anche l’annullamento delle misure civili approvate prima del Ramadan e l’ingresso dei lavoratori in Israele», l’annuncio della Difesa, in riferimento all’allentamento dei requisiti di ingresso per i palestinesi dei Territori occupati in occasione del mese sacro musulmano.
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