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Neonato morto a Perugia, maxi-risarcimento ai genitori: "Cesareo fatto tardi"

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Morì ad appena due mesi per errori commessi durante il parto: a distanza di sette anni la battaglia legale dei genitori del piccolo si è conclusa con un maxi-risarcimento. Il 29 settembre 2016, il piccolo nacque all'Ospedale di Santa Maria della Misericordia di Perugia, rimanendo vittima, durante il parto, di una serie di errori sanitari che ne minarono le condizioni di salute, fino a portarlo alla morte a soli due mesi dalla sua nascita.

La morte del piccolo DR, si legge nella sentenza, fu "determinata da gravi lesioni encefaliche di tipo ipossico-ischemico acuto in nesso causale con il ritardato intervento con parto cesareo da parte dei sanitari intervenuti". L'estrazione del bambino, quella mattina, fu complessa, anche a causa della posizione assunta dalla testa del nascituro, condizione già nota e che avrebbe dovuto suggerire ai sanitari l'immediata esecuzione di un taglio cesareo. Solo così, attraverso un cesareo, si sarebbe potuto pensare di salvare il piccolo e di recare a lui e alla madre il minor danno possibile.

Le ecografie e i tracciati eseguiti quella mattina evidenziarono da subito delle prevedibili criticità, che avrebbero dovuto indurre i sanitari a pianificare con largo anticipo le successive azioni e soprattutto ad anticipare di ore il ricorso al cesareo. Una opzione che non fu mai presa in considerazione. I medici lasciarono passare troppo tempo fino ad arrivare a un intervento d'urgenza, provocando al piccolo "prevenibili, nonché irreversibili, danni insorti durante il parto".

Poco tempo dopo la morte del neonato, i genitori del piccolo si rivolsero all'Associazione Giustacausa per veder riconosciute, in sede civile, tutte le loro ragioni. Ora, dopo anni di dura battaglia giudiziaria, il team di consulenti, medici e legali, guidati e coordinati dal Francesco Nobili, si è arrivati alla sentenza.

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