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Musica, mancato accordo con Siae: Zuckerberg convocato in commissione Cultura

Edoardo Romagnoli
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Il governo ha convocato Mark Zuckerberg alla Camera. La sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni ha convocato il Ceo di Meta, azienda statunitense che controlla Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger per questa mattina alle 11,30 alla Commissione Cultura della Camera presieduta da Federico Mollicone di Fratelli d’Italia. Ovviamente il fondatore di Meta non andrà al suo posto si presenterà Angelo Mazzetti, head of public policy Italia per l’azienda californiana. L’incontro potrebbe essere propedeutico per il tavolo «a tre» organizzato il 6 aprile al Collegio romano quando Meta, Siae e il Ministero della Cultura si confronteranno sulle difficoltà che stanno intralciando la trattativa sul diritto d’autore. A questo proposito ha parlato la sottosegretaria Lucia Borgonzoni che ha dichiarato: «La tutela dei diritti dei nostri artisti, delle loro opere e della creatività italiana è una priorità». La trattativa fra Meta e Siae, Società italiana degli autori ed editori, per l’utilizzo della musica sui social si era bruscamente interrotta. Secondo Siae e il governo per una condotta da «Far west» da parte di Meta, come l’ha definita il ministro della Cultura Sangiuliano. «È una vicenda paradigmatica molto rilevante - ha continuato il ministro - di un rapporto tra i nostri contenuti culturali e l’atteggiamento spesso arrogante e prevaricante di grandi imprese transazionali».

 

 

Da parte di Siae l’accusa è che «viene chiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentamente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti». Per la società di Zuckerberg il problema sarebbe la richiesta «esosa» di Siae che avrebbe chiesto quasi 3 volte la cifra con cui era stato chiuso il precedente accordo biennale. Accordo ormai scaduto il 15 dicembre 2022, da allora infatti le piattaforme social che utilizzano la musica coperta da Siae lo avrebbero continuato a fare in deroga; forti anche di un accordo verbale con la Società italiana degli autori ed editori. Fino a quando la trattativa fosse stata in piedi l’utilizzo della musica sarebbe potuto continuare. Secondo alcune fonti l’accordo verbale non avrebbe soddisfatto Meta che, per tutelarsi, avrebbe deciso di versare a un notaio i pagamenti per i diritti d’autore. Per poi decidere di sospendere l’utilizzo della musica.

 

 

Sul «rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo», ossia di non voler far sapere i numeri che registrano i brani sui social, la società con sede in California ha spiegato che la musica non è il business di Meta; anche perchè a differenza di YouTube e Spotify non trasmettono interi brani, ma solo dei frammenti. Nel frattempo Meta ha chiuso un accordo con Mediaset in cui la società di Zuckerberg fornirà a Rti, Reti televisive italiane, formazione e supporto per l’utilizzo di Rights manager, il sistema di gestione dei contenuti che consente ai titolari dei diritti di autorizzare, gestire e proteggere i propri prodotti online, in formato video, audio e immagini. Accordo chiuso anche con Soundreef, la società internazionale degli editori che opera anche in Italia. Una collaborazione che ha permesso ad alcuni brani di tornare sulle piattaforme. Con l’incontro di oggi probabilmente il governo prova a sondare il terreno per riuscire a coniugare due esigenze: tutelare il diritto d’autore e fare in modo che la musica italiana possa essere fruita sulle piattaforme social di Meta.

 

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