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Migranti, Frontex se ne lava le mani e scarica le colpe di Cutro sull'Italia

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Continua la querelle sui migranti e sulla strage di Cutro che ha causato decine di vittime. A parlare della tragedia è stato il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, in audizione alla commissione Libe al Parlamento europeo rispondendo a una domanda sul naufragio al largo della Calabria: “Noi abbiamo condiviso con il Centro di coordinamento in tempo reale le immagini che vedevamo, ovvero un’imbarcazione che in quel momento non era in pericolo ma che sollevava interrogativi. Poteva trattarsi sia di un’operazione per migranti che di polizia. Tutto il resto era una decisione che spettava alle autorità italiane”.

 

 

“In quel caso - ha proseguito il numero uno dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera - hanno deciso di inviare due motovedette della Guardia di finanza. Ma la decisione spettava a loro, non possiamo dire noi agli Stati che intervento fare. Noi abbiamo segnalato quello che si vedeva, una persona sul ponte e tracce termiche sottocoperta e ciò dava l’impressione di qualcosa di strano. Ed è quello che abbiamo trasmesso alle autorità italiane assolvendo al nostro compito della segnalazione. La decisione se fare intervenire la Guardia di finanza o istituire un’operazione Sar spettava - lo scaricabarile di Leijtens - a loro”.

 

 

Poi dai vertici di Frontex è arrivato un chiarimento generale sulla situazione migranti: “Siate certi, se riteniamo che ci sia un qualche segnale del fatto che un’imbarcazione sia in pericolo, noi lanciamo il may-day e facciamo sì che ognuno sia informato di quello che avviene in mare. E non è mai abbastanza, perché vediamo tragici incidenti avvenire su base regolare. Ogni vita persa è di troppo e penso che in cima alla lista dei pensieri debba esserci come possiamo salvare vite. La Commissione lo ripete sempre ed è anche il mio motto e nulla dovrebbe distoglierci dal farlo”.

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