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Violenza sulle donne, ecco lo smartwatch che salva la vita dagli abusi

Luca De Lellis
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È sempre un bel sentire quando la tecnologia va in aiuto delle piaghe sociali che affliggono ogni parte del globo. Come la violenza sulle donne, per esempio. A Napoli è stato consegnato il primo smartwatch antiviolenza a una ragazza di 36 anni, cioè un orologio concepito per salvare le vittime di abusi da parte dei propri partner o ex partner. Questo dispositivo è in grado, premendo un tasto che dà il segnale di richiesta d’aiuto immediata, di richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine. Che poi, grazie alla geolocalizzazione, possono rintracciare la posizione della donna e svolgere il loro compito. Insomma, un aggeggio in qualche modo rivoluzionario perché potenzialmente in grado di spezzare una dinamica tipica degli abusi: il timore di ricevere ancora più “botte” se beccate a chiamare le forze dell’ordine, fa sì che le donne si rifiutino di chiedere aiuto. Sprofondando così in un vortice di violenza senza fine.

 

 

Questo primo smartwatch speciale fa parte del progetto Mobile Angel, lanciato lo scorso 30 novembre dall'Arma dei Carabinieri di Napoli insieme con la Sezione fasce deboli della Procura della Repubblica partenopea (coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone), la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist International Club Napoli. In questa prima tranche di distribuzione ci saranno fino a 45 orologi consegnati ad altrettante vittime, e collegati con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri del capoluogo campano.

 

 

La storia della 36enne, la prima a ricevere l’orologio salvavita, è da brividi. Ed è la stessa di molte altre vittime di femminicidio. La ragazza ha messo in pausa la sua esistenza a causa della relazione tossica con il suo ex marito violento, il quale ha più volte minacciato di ucciderla. L'uomo sarebbe stato pronto addirittura a sfregiarla con l'acido. Per fortuna la suocera ha avvertito la donna, che da quel giorno però vive in una sorta di reclusione perenne. Ma questo dispositivo può rappresentare una svolta, è lei stessa a dichiararlo: “Sono costantemente sotto controllo ma sono contentissima - ha detto entusiasta la donna, mamma di due figli - ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare”.

Magari non sarà il massimo essere sempre monitorati dove si va. Ma se può servire a salvare la vita di tante donne che, ancora oggi, vengono torturate e picchiate a morte da presunti “uomini”, allora ben venga.

 

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