Caso David Rossi, le "sviste" della procura di Genova
I magistrati chiedono l'archiviazione: i pm di Siena indagati solo pochi giorni prima dell'interrogatorio. Nel documento però ci sono molte incongruenze
Un’altra archiviazione pende sul caso di David Rossi, il manager Mps trovato morto nella notte tra il 6 e il 7 marzo 2013 sul vicolo sotto la finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni. Sarebbe la quarta. E sarebbe la più pesante perché arriva dopo dieci annidi battaglie per la verità portate avanti dai familiari e da alcuni giornalisti grazie alle quali è stata istituita una commissione parlamentare d’inchiesta su quanto accaduto quella notte a Siena. In dodici mesi i membri della commissione hanno scoperto più di due procure in oltre otto anni di lavoro, tanto che quei risultati hanno portato all’apertura di un fascicolo d’inchiesta presso la procura di Genova, competente sull’operato dei magistrati di Siena. Ma Genova, ora, chiede l’archiviazione nei confronti dei tre pm senesi.
David Rossi, indagato l'ex comandante provinciale dei carabinieri Aglieco
Per la procura di Genova e in particolare per i pm Francesco Pinto e Vittorio Ranieri Miniati, però, i tre procuratori senesi, Aldo Natalini, Nicola Marini, Antonino Nastasi, vanno archiviati. Motivo? L’assenza di dolo. I magistrati genovesi riconoscono che i tre pm hanno commesso degli errori ma non intenzionalmente. La negligenza dei pm senesi fu un «atto atipico» ma «ininfluente» nel risultato delle indagini, scrive Genova. Quindi: hanno manomesso la scena del possibile crimine, hanno spostato (distrutto, ignorato) oggetti senza neppure redigere verbale ma non l’hanno fatto in modo doloso.
Insomma: i tre magistrati hanno commesso errori da matita rossa, ma involontariamente. Vedremo ora cosa deciderà il giudice ma certo anche la richiesta di archiviazione contiene elementi piuttosto contrastanti. Errori compresi. I pm scrivono Firenze e non Siena.
"Verso una nuova commissione d'inchiesta". L'impegno di Rizzetto sul caso David Rossi
Ma ciò che stupisce di più è la data di apertura del fascicolo del quale hanno ora chiesto l’archiviazione. Ebbene gli atti sono stati trasmessi dalla commissione alla procura nel dicembre 2021, sul fascicolo i magistrati senesi sono stati iscritti come indagati solamente il giorno 8 novembre 2022 pochi giorni prima che i tre venissero interrogati a Genova. E questo non è un dettaglio da poco perché, come ha fatto notare il direttore Davide Vecchi in un video sul profilo Instagram del Tempo, la posizione di «indagato» permette a chi è interrogato anche di mentire. Se invece fossero stati interrogati in veste di «persona informata sui fatti» sarebbero stati obbligati a dire la verità.
C’è poi la data in cui viene registrato il reato che fa sorgere qualche interrogativo: il 7 marzo. In realtà il reato sarebbe iniziato alle 21 del 6 marzo (con la morte di David Rossi) e proseguito fino a tutto il 7 marzo almeno. Se un reato si protrae nel tempo è dimostrabile il dolo.
Un altro fatto che desta curiosità riguarda l’ex comandante dei carabinieri di Siena Pasquale Aglieco, il grande accusatore in commissione d’inchiesta dei procuratori senesi. In particolare, Pasquale Aglieco era colui che aveva accusato Antonino Nastasi di aver risposto al telefono di David Rossi alla chiamata di Daniela Santanchè e di aver manomesso la scena del crimine. Pasquale Aglieco non è stato sentito dalla procura perché irreperibile, in quanto si trova ad Hammamet. Non era possibile fermarlo prima che partisse? O convocarlo. Semplicemente. Ora la palla passa al Tribunale, che dovrà decidere se accettare o meno la richiesta di archiviazione. Comunque si concluda la vicenda giudiziaria, resta tuttavia un dato fattuale: la superficialità con cui Marini, Natalini e Nastasi si sono mossi nella scena del crimine. Ora tocca al Csm. Qui, si potrebbe aprire un procedimento disciplinare a carico dei tre pm dall’esito poco prevedibile: se si considerano i soli procedimenti disciplinari al Consiglio Superiore nei confronti dei magistrati, dei circa 170 togati che ogni anno sono oggetto di accusa, solo il 20% circa viene infatti condannato. Siamo però oggi di fronte a un Csm rinnovato, dove Magistratura Democratica si trova in minoranza.