Nicola Procaccini, l'archiviazione è definitiva: "Ora gli sciacalli chiedano scusa"
Archiviazione definitiva. Due parole che mettono definitivamente fine alla vicenda giudiziaria che aveva coinvolto Nicola Procaccini, esponente di Fratelli d'Italia e copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo. Il Gip del Tribunale di Latina, su richiesta dal Procuratore aggiunto e dei sostituti procuratori ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti dell’europarlamentare relativo all’inchiesta "Free Beach" del luglio 2022. Le ipotesi accusatorie erano turbativa d’asta e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel primo caso, il reato non è neppure configurabile, scrivono i magistrati nella richiesta di archiviazione, poiché la somma deliberata a fine 2019 dalla giunta comunale di Terracina ad una associazione di balneari per l’attuazione del piano di salvataggio sulle spiagge comunali, era al di sotto dei 40mila euro (somma peraltro mai erogata dal Comune per motivi burocratici), soglia massima per l’affidamento diretto di lavori a ditte esterne.
Tra l’altro, Procaccini, che all’epoca dei fatti era già deputato europeo e assessore comunale, non era presente alla seduta di giunta perché a Strasburgo, come emerge dal verbale di riunione. Nel secondo caso, Procaccini era indagato per un ipotetico tentativo di concussione per induzione indebita a dare o promettere utilità, che sarebbe avvenuto nel maggio 2019, quando l’europarlamentare era ancora sindaco di Terracina. Secondo l’accusa avrebbe indotto con modi bruschi una dipendente comunale a rilasciare un’autorizzazione per l’installazione di alcuni gonfiabili. Nessuna tentata concussione, hanno concluso i magistrati secondo i quali "si osserva che non vi sono nella fattispecie neppure le condizioni per ravvisare il reato", e "mai è stata neppure richiesta al Parlamento europeo l’eventuale autorizzazione per l’utilizzo delle telefonate dell’europarlamentare, occasionalmente intercettate", così una nota diffusa dallo stesso eurodeputato. L’archiviazione per la turbativa d’asta riguarda anche l’ex sindaco di Terracina Roberta Tintari e altri quattro politici e dirigenti comunali.
"Sono soddisfatto perché non c’é stato nemmeno bisogno di un processo per acclarare la mia estraneità a qualsiasi ipotesi di reato. Però, onestamente, rimane la grande amarezza per esser finito in un tritacarne insieme alla mia famiglia e alla mia città. Un tritacarne che ci e mi ha cambiato per sempre", ha dichiarato Procaccini all’Adnkronos. "Sia il Riesame che la Cassazione, con sentenze passate in giudicato, hanno stabilito che il sindaco di Terracina, gli amministratori, i funzionari che furono privati all’epoca della loro libertà per quella misura che provocò la caduta dell’amministrazione fu un grave errore - spiega Procaccini - perché da allora la città è commissariata, fra poche settimane andrà anche al voto; e non doveva andarci, ci sarebbe dovuto essere il sindaco legittimamente votato dai cittadini. Questo ci interroga anche sull’abuso di quelle misure cautelari su cui lo stesso Nordio ha posto l’attenzione. Da una cosa del genere non si torna più indietro. Lo sconquasso che provoca, personale, familiare e politico non si può far rientrare. Serviva una maggiore attenzione che non c’è stata".
"In queste situazioni ci sono gli sciacalli, la controparte politica, che avendo sempre perso le elezioni ha visto in questa iniziativa della magistratura una sorta di rivincita. Tutte le parole di odio, di scherno usate nei confronti miei e di tanti colleghi che con me hanno amministrato la cittadini, in particolare la povera sindaca, immagino non chiedano scusa. Magari lo facciano - conclude - anche quei giornali che per giorni hanno alzato il livello della violenza nei miei confronti e in quelli della città".