L'inchiesta sulla pandemia divide gli italiani. "Errori o reati", il sondaggio
L'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia di Covid che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di esponenti di primo piano del governo di Giuseppe Conte - lo stesso premier e l'allora ministro della Salute Roberto Speranza su tutti - e degli organismi sanitari coinvolti divide gli italiani. Un sondaggio realizzato da Termometro Politico fa emergere diverse sensibilità e opinioni sul'indagine per la mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembo nel marzo 2020. Nel dettaglio, il 33,6% degli intervistati esclude colpevoli in quanto “nessuno, neanche all’estero, era preparato per una pandemia di questo genere”, fa sapere Tp.
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Per il 31,2% - poco meno di un italiano su tre - l’indagine “è doverosa e chi ha sbagliato allora deve pagare”, mentre per un ulteriore 22,4% “è giusto accertare responsabilità” ma si ritiene che “siano stati commessi errori professionali e politici, non reati penali”, infine l’11% pur considerando quell’errore comprensibile, pensa che siano molto meno giustificabili "gli abusi di potere perpetrati dopo per imporre eccessive restrizioni agli italiani".
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Nel sondaggio realizzato tra il 7 e 9 marzo 2023 il campione viene sondato anche sulle parole del ministro Francesco Lollobrigida: "È necessario portare 500 mila nuovi immigrati in Italia nei prossimi anni per riempire i tanti posti di lavoro vacanti in molti settori”. Affermazioni condivise pienamente dal 47,7% degli intervistati, solo in parte dal 23,1% e respinte dal 26,1%. Tra chi benedice le dichiarazioni di Lollobrigida c’è chi vorrebbe una modifica della Bossi-Fini (30,3%).
Fa discutere anche il progetto di riforma del Reddito di cittadinanza del governo che dovrebbe diventare Misura di inclusione attiva. Il 43% degli intervistati è d'accordo ritenendo giusto “distinguere tra occupabili e non e diminuire gli assegni, per incentivare la ricerca di lavoro”. Un ulteriore 11% è d’accordo sulla distinzione tra occupabili e inoccupabili ma non condivide la riduzione degli importi. Il 24,5% la considera un’operazione di facciata mentre il 18,5% è contrario.