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Inchiesta Covid, lo studio sui morti e le chat clamorose: "Speranza furioso"

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Giada Oricchio
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Inchiesta Covid: la pubblicazione di una ricerca top secret mandò Roberto Speranza su tutte le furie. Dalle centinaia di chat sequestrate agli indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della pandemia (il reato ipotizzato è epidemia colposa) emergono caos, disorganizzazione e omissioni. Secondo quanto riporta il “Corriere della Sera” il 12 febbraio 2020 circolava un documento firmato da Stefano Meler, matematico di fama mondiale, che aveva previsto 100 mila morti di Covid in Italia se di fosse avverato lo scenario peggiore (calcoli esattissimi: a marzo 2021 le vittime erano 100 mila).

Lo studio rimase segreto fino al 21 aprile del 2020 quando il direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, in un’intervista al “Corriere della Sera”, svelò l’esistenza di quei dati per sostenere che il governo era consapevole della gravità della situazione ed era attrezzato ad affrontare la pandemia. Immediata la sfuriata del ministro della Salute, Roberto Speranza: urla e richiami per tutelarsi. Lo ha raccontato via chat il segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco a un’altra funzionaria: “Mi ha detto il ministro che non ha strillato mai così forte come con Urbani e gli ha fatto una nota ufficiale di rimprovero. Per pararsi lui. Il piano segreto. Mi ha chiesto: ma come mai gli è venuta questa cosa? Io lo reputo uno dei migliori”.

Dall’inchiesta salta fuori che, contrariamente a quanto ripeteva giornalmente Speranza, politica e scienza non andavano di pari passo. Si legge sul Corsera: “Nell’ambiente del Cts e dell’Iss, c’era l’idea che nascondere i numeri di Merler fosse un modo di non guardare in faccia la realtà. Tanto che Patrizio Pezzotti, funzionario dell’Istituto superiore di sanità, il 12 marzo segnalò a Silvio Brusaferro, a Gianni Rezza e allo stesso Merler come continuare a “secretare” quello che ha fatto Stefano con il suo splendido team ponga la nostra istituzione in una situazione complessa. (…). Alcuni colleghi, riferisce, dicono che siamo “dilettanti allo sbaraglio” senza un piano strategico!”.

In altre conversazioni virtuali, i tecnici manifestano il timore che alla fine pagheranno al posto dei politici (“sarebbe vergognoso, un’ingiustizia” si scrivono due dirigenti del Wewlfare lombardo). Speranza e i suoi predecessori al dicastero della Salute, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin, sono indagati per omissione in atti d’ufficio in uno stralcio romano dell’inchiesta di Bergamo, mentre il Tribunale dei ministri ha archiviato la posizione dell’ex premier Giuseppe conte e del suo governo perché non conoscendo l’origine del virus è impossibile provare comportamenti dolosi”.

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