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Migranti, il Papa dà ragione al governo: "Basta trafficanti di esseri umani"

Francesco all'Angelus richiama sulla necessità di fermare i viaggi della morte degli scafisti

Christian Campigli
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 I veri colpevoli. Esseri umani spregevoli, pronti a tutto pur di far denaro. Trafficanti di moderni schiavi, fatti salire su instabili gommoni, anche quando le onde del mare invitano alla prudenza. È Papa Francesco, dall'alto della sua saggezza, a porre la parola fine ad una polemica politica che stava diventando stucchevole. «Rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati. Non continuino a disporre della vita di tanti innocenti. I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte, le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti».

 

«Che il signore ci dia la forza di capire e di piangere – ha sottolineato il Santo Padre ieri mattina dopo la recita dell'Angelus riferendosi alla tragedia del naufragio di Cutro-Esprimo ora il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone, prego per numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l'accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle».

 

Parole dense di umanità e di buon senso. Nel primo pomeriggio, attraverso la propria pagina Facebook, è giunto anche il commento del premier Giorgia Meloni. «Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni. Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare». Una posizione condivisa anche dal Ministro delle Infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. «I trafficanti di esseri umani siano fermati. Condivido le parole del Santo Padre e lavoro, non da oggi, per metterle in pratica e salvare vite». Il governo, sul tema dell'immigrazione, ha le idee chiare. Un argomento da sempre molto sentito dall'elettorato di centrodestra e che sarà, nelle prossime settimane, al centro dell'agenda politica dell'esecutivo. Fermare le partenze è essenziale, per almeno due motivi: il primo riguarda la difesa della vita, quella di esseri umani che spesso scappano da situazioni di enormi difficoltà economiche. Meno partenze significa, banalmente, meno morti. Perseguire, in Italia ma soprattutto in Libia e Tunisia, i mercanti di esseri umani, è un punto essenziale che non può e non deve essere rimandato. Per farlo, come è ovvio, servono accordi con i due Paesi africani.

 

Vi è poi l'aspetto più meramente elettorale: un numero eccessivo di sbarchi potrebbe, paradossalmente, rappresentare una sorta di tallone d'Achille all'interno della maggioranza di centrodestra. Presto le giornate si allungheranno, il clima migliorerà e con esso anche le condizioni del mare. Non serve essere un premio Nobel per comprendere che in primavera ed estate gli sbarchi, come già successo da oltre venti anni a questa parte, aumenteranno in modo pressoché esponenziale. Dinamiche complesse, tutt'altro che semplici da risolvere, anche perché il nostro Paese deve difendere i propri confini nell'indifferenza totale dell'Unione Europea. Il centrodestra deve poi anche parare i colpi di una sinistra che, di fronte ad un'immane tragedia come quella di Cutro, è capace solo di puntare il dito contro il ministro degli interni, Matteo Piantedosi. E non contro i veri colpevoli. I trafficanti di esseri umani.

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