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Denise Pipitone, l'ultima speranza sulla bambina scomparsa: l'esito del test del Dna

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Una nuova speranza per Denise Pipitone? Ieri sera Quarto Grado su Rete 4 è stato rivelato che è stato prelevato il Dna di una ragazza ventenne bosniaca di etnia rom di nome Denisa che vive a Roma (nella periferia nord-est), che secondo alcuni sarebbe proprio la piccola scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo. Ma in meno di 24 ore la vicenda si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto: ha infatti dato esito negativo la comparazione del Dna della ragazza bosniaca con quello di Denise.

 

 

Prima dell’ufficialità sul caso si erano espressi Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise: “Non eravamo a conoscenza di tale accertamento. Rimaniamo sempre speranzosi ma con i piedi ben piantati a terra in attesa di notizie concrete. Non possiamo permetterci illusioni dolorose. Un tuffo al cuore, sono fatti che non dovrebbero nemmeno accadere. Le notizie, specialmente quelle particolari dovrebbero passare prima da noi genitori e dopo alla stampa, con tutto il rispetto. Questo non è umanamente corretto. Siamo coinvolti in un arancia meccanica dei sentimenti”.

 

 

Secondo quanto era emerso dalla trasmissione, martedì scorso, è stato prelevato il Dna alla giovane rom di nome Denisa, in Italia dal 2018, che aveva raccontato all’inviata di Quarto Grado l’arrivo dei carabinieri che le hanno mostrato la foto di Piero Pulizzi, papà naturale di Denise: “Mi hanno fatto vedere la foto di un uomo con sua figlia ma non li conosco. I carabinieri mi hanno detto che stanno cercando una bambina scomparsa”. Secondo l’anagrafe, la ragazza sarebbe nata in Bosnia nel 2002, due anni dopo Denise Pipitone. La giovane ha poi raccontato di essere cresciuta insieme alla nonna in Bosnia e che sarebbe stata nel nostro Paese anche nel 2005, all’età di tre anni. E alla fine non è arrivata la lieta notizia: Denisa e Denise sono due persone diverse.

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