Inchiesta Covid, il procuratore di Bergamo: "Fatti errori, non potevamo archiviare"
La Procura di Bergamo ha concluso il 20 febbraio scorso le indagini nei confronti di 17 persone che a vario titolo, hanno gestito la risposta alla pandemia da Covid-19. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Bergamo, sono state - come si legge nel comunicato della Procura a firma del procuratore Antonio Angelo Chiappani - "articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti acquisti e/o sequestrati, sia in forma cartacea che informatica" nelle varie sedi istituzionali dal ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità. Tra gli indagati, come noto, ci sono l'allora premier Giuseppe Conte e l'ex ministro Roberto Speranza, oltre ai vertici dell'Iss e del Cts. Chiappani è intervenuto giovedì 2 marzo nel corso d Agorà, su Rai3.
Guai per Conte e Speranza: arriva la resa dei conti sui morti del Covid
"È giusto che la gente sappia cosa è successo ed è quello che abbiamo cercato di fare noi in tre anni di indagine - afferma il procuratore di Bergamo - capire dove era la criticità e anche capire perché il nostro territorio è stato così colpito, perché qui ci sono stati migliaia di morti. Come è stata affrontata la gestione" della pandemia? "Il nostro problema è stato lo studio delle criticità, e purtroppo ne abbiamo trovate diverse".
"Apprendo dalle agenzie...", la reazione di Conte all'inchiesta di Bergamo
Nel merito dell'inchiesta, il procuratore afferma che l'ipotesi è di una "l'insufficienza delle valutazioni del rischio pandemico nella prima fase della pandemia. Di fronte alle migliaia di morti e alle consulenze che ci dicono che questi potevano essere eventualmente evitati, non potevamo chiudere" l'indagine "con un archiviazione". "La nostra scelta la scelta è stata di offrire tutto il materiale raccolto ad altri occhi, a quelli di un giudice e di un contraddittorio con i difensori". Le fattispecie di reati sono epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. Il confine è delicato. "Riteniamo che siano stati fatti errori", dice il procuratore. Errori o reati? "Errori. Abbiamo contestato l'epidemia colposa e per questo si procede" afferma Chiappani.