Da eroi del Covid a dimenticati, gli infermieri malpagati si ribellano
Tutti si sono scordati degli infermieri. A denunciare la situazione del personale sanitario è Barbara Mangiacavalli, Presidente della Federazione delle professioni infermieristiche (Fnopi), nel corso di un'audizione alla Commissione Politiche dell'Unione Europea del Senato sulla “direttiva del parlamento europeo e del consiglio sulle norme riguardanti gli organismi per la parità nel settore della parità di trattamento e delle pari opportunità tra donne e uomini in materia di occupazione e impiego”. “Si dovrebbe considerare con più attenzione la carenza di personale e lo sforzo che a quello in servizio è richiesto per coprire tutte le necessità dei servizi e i bisogni di salute dei cittadini, considerando che - spiega Mangiacavalli - le differenze di genere spesso incidono anche sul corretto andamento dei ritmi familiari e che comunque ci sono da colmare differenze, anche economiche, del tutto ingiustificate vista l'assoluta parità di formazione e tipologia di lavoro svolta”.
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La professione infermieristica è caratterizzata da una prevalente presenza femminile: le donne (347.947 su quasi 460.000 iscritti agli ordini) rappresentano infatti il 76,5% dei professionisti della categoria. A livello europeo l'Italia si classifica ottava tra i Paesi peggiori per quanto riguarda la retribuzione a favore delle donne nelle professioni sanitarie, con un divario salariale del 24% nei confronti degli uomini. I disallineamenti riguardano gli infermieri che si trovano all'interno di strutture non afferenti al Servizio Sanitario Nazionale.
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La Federazione, per bocca della sua rappresentante, ha chiesto poi di garantire lo sviluppo economico e di carriera della professione, con la massima equità e parità di accesso e progressione tra generi, di ridurre il divario tra i differenti contratti di lavoro, di abbattere le differenze retributive all'interno dei differenti contratti tra pubblico e privato e di normalizzare il diritto al lavoro part time. Gli infermieri alzano la voce, dopo essere stati a lungo elogiati nel periodo Covid.