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Greta Thunberg, la polizia usa la forza e la porta via di peso durante la protesta

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La protesta di Greta Thunberg stavolta finisce nel peggiore dei modi. L’attivista ventenne e decine di ambientalisti Sami, la popolazione indigena dell’Artico, sono stati portati via dalla polizia con la forza e allontanati dopo aver tentato di bloccare l’accesso a vari ministeri in Norvegia. Gli attivisti ambientali protestano contro i parchi eolici nella Lapponia norvegese e bloccavano da vari giorni l’ingresso al ministero del petrolio e dell’Energia, ma hanno esteso oggi la mobilitazione piazzandosi agli accessi di altri tre ministeri, il che ha indotto le autorità a ordinare lo sfratto. Thunberg, come una decina di altri ambientalisti, è stata spostata con la forza dall’ingresso del ministero delle Finanze e portata a un centinaio di metri di distanza, mentre molti gridavano «Lasciate vivere le montagne». 

 

 

I Sami sono una minoranza indigena di circa 100mila persone che vive tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Gli attivisti chiedono al governo di attuare una sentenza dell’ottobre 2021 della Corte suprema norvegese, che ha stabilito che la costruzione di due parchi eolici nella penisola di Fosen non abbia una licenza valida: gli attivisti sottolineano che la transizione energetica verso fonti rinnovabili non dovrebbe avvenire violando i diritti delle comunità native. Il governo si difende sostenendo che la Corte Suprema non si è pronunciata su quali misure debbano essere prese di conseguenza e che si sta premurando di cercare una soluzione consensuale tra tutte le parti. I due parchi eolici di Storheia e Roan, che hanno un totale di 151 generatori, sono costruiti sui pascoli delle mandrie transumanti di renne della popolazione indigena Sami. 

 

 

Gli attivisti ieri sera hanno rifiutato di incontrare il ministro dell’Energia e del Petrolio, Terje Aasland, e hanno chiesto di poter parlare invece con il primo ministro, Jonas Gahr Stre: «Non accettiamo più parole vuote. Abbiamo due richieste, le turbine eoliche devono essere rimosse e i pascoli devono essere restituiti» alle popolazioni indigene, si legge in un comunicato dell’Nsr, che riunisce vari gruppi Sami. Gli attivisti sottolineano che il governo ha avuto 505 giorni per ottemperare alla sentenza e che hanno perso fiducia, quindi deve essere il presidente del Consiglio a risolvere il problema.

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