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Covid, resa dei conti su Conte e Speranza: la decisione della Procura di Bergamo

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Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Silvio Brusaferro. Sono questi alcuni dei nomi finiti nell’inchiesta sui morti del Covid. Dopo tre anni e una pandemia che nella primavera del 2020 ha riempito più di 3mila bare in provincia di Bergamo, la procura guidata da Antonio Chiappani ha tirato le fila dell’inchiesta per epidemia colposa e l’atto di notifica sarà consegnato alle parti nelle prossime ore. Tre, in sostanza, i filoni dell’indagine: la repentina chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano, la mancata ‘zona rossa’ in Val Seriana e l’assenza di piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall’Oms.

 

 

Tra fine febbraio e l’aprile 2020, nella Bergamasca l’eccesso di mortalità fu di 6.200 persone rispetto alla media dello stesso periodo degli anni precedenti, tanto che nella relazione per l’apertura dell’anno giudiziario il procuratore Chiappani fa capire la portata delle indagini che ha «accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia». Se delle responsabilità potrebbero essere imputate ad alcuni degli indagati, altre posizioni saranno certamente archiviate, mentre parte dell’indagine - in particolare quella sulla decisione relativa alla ‘zona rossa’, discussione che ha riguardato l’allora governo - sarà trasferita altrove. 

 

 

In particolare, scrive l’Agi, tra gli indagati figurano l’ex premier Conte, l’ex ministro della Salute Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera. Nell’atto che chiude le indagini ci sono anche il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Brusaferro, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrellli e il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Franco Locatelli. In tutto gli indagati sono una ventina.

 

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