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Migranti, sinistra smontata in "Cinque minuti". Da Vespa la ricostruzione della tragedia

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Cosa è successo davvero nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio? La strage di migranti avvenuta nel naufragio di Steccato di Cutro, nei pressi di Crotone, è al centro della puntata di Cinque Minuti, il programma condotto da Bruno Vespa su Rai1. La vicenda è diventata un caso politico mentre vengono messi in fila gli eventi che hanno preceduto il disastro. Dopo la drammatica testimonianza di un pescatore che nella notte ha provato a strappare alla morte i naufraghi sulla spiaggia calabrese, il portavoce della Guardia Costiera Cosimo Nicastro fornisce la ricostruzione di quelle terribili ore. 

 

È stata "una tragedia non prevedibile alla luce delle informazioni che pervenivano. Gli elementi di cui eravamo a conoscenza noi e la Guardia di Finanza, non facevano presupporre che ci fosse una situazione di pericolo per gli occupanti", ha detto Nicastro che sottolinea: "Non erano arrivate segnalazioni telefoniche né da bordo né dai familiari. E allo stesso tempo la barca, partita quattro giorni prima dalla Turchia, non aveva riportato alcuna informazione alle altre omologhe organizzazioni di guardia costiera che ha attraversato".

 

Sotto la lente ci sono le comunicazioni di Frontex, l'agenzia europea della guardia di frontiera e costiera: "La segnalazione di Frontex parlava di una barca che sta navigando regolarmente a sei nodi, con una persona soltanto visibile a bordo e in buone condizioni di galleggiabilità", prosegue il militare aggiungendo che la segnalazione "viene trasmessa all’International coordination center, che è il punto di contatto non per le operazioni di ricerca e soccorso ma per le operazioni di polizia in mare".

 

Come noto, il barcone poi affondato è stato raggiunto da una motovedetta e da iun pattugliatore della Guardia di Finanza: "le condizioni meteo non hanno consentito di proseguire nell’attività" e le due imbarcazioni "sono rientrate, informando le forze di polizia a terra e attivando il dispositivo di ricerca a terra affinché intercettasse il caicco che voleva spiaggiare non visto da nessuno, perché non ha chiamato i soccorsi". In questo contesto, "non vengono segnalate situazioni critiche che facciano pensare che l’operazione di polizia si stia trasformando in un’operazione di emergenza. - ha concluso 
Nicastro - tuttavia la Guardia Costiera inizia ad attivare tutta la sua catena affinché fosse predisposto il dispositivo Sar", search and rescue. Quando lo scafo ha impattato probabilmente contro una roccia sommersa, afferma Nicastro, la tragedia è diventata "Inevitabile e imprevedibile". 

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