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Ucraina, Caracciolo svela cosa fare per evitare la terza guerra mondiale

Giada Oricchio
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Come può finire l’invasione in Ucraina da parte della Russia? Soluzione coreana e armistizio sine die? O alternativa del Diavolo? Lucio Caracciolo, direttore della rivista geopolitica e della scuola “Limes”, tratteggia un possibile scenario nel suo editoriale per “La Stampa” partendo da un presupposto ribadito più volte: non ci sarà mai una vera pace perché l’odio, il rancore e gli orrori perpetrati sono troppi e saranno America e Russia a decidere la fine o la continuazione dello scontro anche se la Repubblica Popolare cinese, finora convitato di pietra, si è finalmente palesata “in veste di disonesto sensale (i cinesi hanno tutto l'interesse a tenere in piedi Mosca e a indebolire Washington) entrato clamorosamente in gioco via progetto di pace concordato in parte con Putin”.

Come sempre, l’analisi del direttore è accurata, precisa, priva di faziosità: “Qualcosa si muove, sottotraccia, nel triangolo sino-russo-americano. In particolare fra Mosca e Washington. (…). Qual è il ragionamento del Pentagono, osteggiato da altri centri di potere, quali il Consiglio per la Sicurezza Nazionale e il Dipartimento di Stato? Siamo in una guerra di attrito. Per vincerla devi distruggere il morale, le infrastrutture e la produzione di armi del nemico. Ciò che i russi stanno metodicamente facendo, ad altissimo prezzo, che gli ucraini non possono fare e che gli americani non vogliono azzardare, perché sarebbe guerra nucleare Usa-Russia. Inoltre, gli stock occidentali, compresi quelli americani, stanno riducendosi pericolosamente. Al Pentagono si lamenta che le forniture d'armi concepite per Taiwan e alleati asiatici siano deviate verso l'Ucraina . I russi, per la sorpresa quasi generale, sembrano disporre di magazzini ancora semipieni, malgrado le enormi perdite subite. Soprattutto producono nuove armi a ritmi per noi impensabili. Infine, le sanzioni per ora non intaccano l'economia russa, anche perché spesso aggirate dai paesi che le hanno decretate”. Di conseguenza, l’establishment militare e parte di quello politico americano spingono per una soluzione “coreana".

Cosa significa? Lo spiega dettagliatamente Lucio Caracciolo: “A un certo punto, entro l'anno, si traccia una linea sul terreno lungo la quale si blocca il conflitto. Armistizio senza limite di tempo. Con un'ampia zona demilitarizzata a dividere i contendenti. Le questioni territoriali vengono demandate a una futura conferenza di pace. Agli ucraini è offerta una garanzia internazionale di sicurezza che impegni russi, americani e altre potenze, mentre gli europei concedono a Kiev una corsia rapida di ingresso nella Ue, dunque di accesso a fondi speciali per la ricostruzione”. Intanto Ucraina e Russia potrebbero andare avanti con rivendicazioni di parte. L’analista geopolitico non nasconde l’esistenza di altre opzioni, ma sono tutte terribili: “Per quanto si voglia rimuovere questo fantasma, siamo vicini all'alternativa del diavolo: guerra totale – quindi nucleare – contro la Russia oppure graduale abbandono di Kiev al suo destino. Lo scontro diretto con Mosca, nel quale probabilmente sarebbe coinvolta la Cina, sarebbe terza guerra mondiale. Dalla quale difficilmente uscirebbe un vincitore”.

 

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