Benigni a Sanremo, esplode il caso Report. Ranucci attacca: "Sai cosa devi fare"
Uno spettacolo che ha emozionato e fatto riflettere. Una sottile linea rossa, che delimita l'offesa dalla critica, seppur aspra. Una polemica che rischia di essere solo alla prima puntata di un'interminabile serie di botta e risposta. La prima serata del Festival di Sanremo 2023 si è aperta con l'esibizione di Roberto Benigni, che ha recitato un lungo monologo durante il quale ha commentato ed esaltato gli articoli 11 e 21 della Costituzione. “Ci ha liberati dall'obbligo di aver paura. Durante il Fascismo non si sarebbe potuto fare nemmeno Sanremo. Si cantava sempre la stessa canzone sul partito, sui soldati, sulla guerra”.
Numerosi i commenti sui social. Tra le migliaia di valutazione, anche quella del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. “Molto toccante il monologo di Roberto Benigni al Festival di Sanremo sui 75 anni della nostra Costituzione. Il maestro Benigni ha sottolineato come il suo articolo preferito sia l'articolo 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Sono certo che per coerenza il maestro nei prossimi giorni ritirerà la querela che nel 2017 ha presentato nei confronti del sottoscritto, del collega Giorgio Mottola, della Rai e di Report”.
Ranucci si riferisce, nel suo post, alla querela presentata dall'attore e dalla moglie Nicoletta Braschi contro la trasmissione per un'inchiesta sui finanziamenti pubblici allo spettacolo. Nella tarda mattinata è apparso su Twitter anche il commento del deputato di Italia Viva, Francesco Bonifazi. “Qualcuno spiegherà a Ranucci che libertà di informare non equivale alla libertà di diffamare?”. Una querelle che pare essere solo all'inizio di una polemica senza esclusione di colpi.