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Valide le multe alle minicar nei parcheggi delle moto. La Cassazione: la sosta è vietata

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Attilio Ievolella
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A Roma stop alle minicar parcheggiate negli stalli di sosta riservati esclusivamente a cicli e motocicli. Questa la posizione assunta dalla Cassazione che ha definitivamente dato ragione al Comune di Roma, sancendo la legittimità della multa – di 100 euro – inflitta il 18 novembre del 2014, in via Fabio Massimo, dagli agenti della Polizia locale capitolina. Respinta l’obiezione difensiva mirata a sostenere l’equiparazione tra le microcar – che circolano a migliaia lungo le strade di Roma – e i motocicli, con la conseguente teorica possibilità di parcheggiare in tranquillità negli stalli di sosta destinati, come da segnaletica, ai veicoli a due ruote. Prima tappa della vicenda giudiziaria è stata la scelta della società proprietaria della microcar sanzionata di impugnare il verbale redatto dagli agenti della Polizia locale di Roma Capitale e con cui era stato messo nero su bianco che il conducente, assente al momento dell’intervento dei vigili urbani, «aveva sostato in via Fabio Massimo con una "microcar 40" nello spazio riservato ai cicli e ai motocicli».

 

 

Il legale che ha difeso la società aveva sostenuto, all’epoca, dinanzi al giudice di pace, che «la sosta si sarebbe dovuta considerare consentita in quanto il veicolo era qualificabile come un quadriciclo leggero assimilato», "codice della strada" alla mano, «ai ciclomotori, ragion per cui esso avrebbe potuto sostare negli spazi destinati alla sosta dei veicoli a motore a due ruote». Nel 2017, però, il giudice di pace capitolino ha confermato la multa, chiarendo che «la microcar è inclusa nella categoria dei quadricicli a motore», come certificato anche dalla relativa carta di circolazione. Identica posizione ha assunto, nel 2019, il Tribunale di Roma, aggiungendo però un dettaglio: in via Fabio Massimo era presente, all’epoca del contestato parcheggio, «un cartello stradale che esplicitava chiaramente che la sosta era riservata ai veicoli a due ruote».

 

 

A chiudere il caso ha provveduto la Cassazione, respingendo le ultime obiezioni proposte dall’avvocato che ha rappresentato la società proprietaria della microcar, obiezioni centrate sulla equiparazione tra microcar e motociclo e sulla conseguente possibilità di parcheggiare una microcar negli spazi di sosta predisposti per i motocicli. I giudici del Palazzaccio hanno chiarito che il tipo di veicolo in questione, cioè una microcar a quattro ruote, non è equiparabile a un ciclomotore. Legittima, quindi, la multa inflitta al conducente della microcar parcheggiata in via Fabio Massimo in palese «violazione del divieto di sosta in uno spazio riservato esclusivamente a cicli e motocicli». Poi i magistrati hanno sottolineato che negli stalli con strisce bianche a via Fabio Massimo «avrebbero potuto sostare solo ciclomotori a due ruote, anche in relazione alla dimensione e allo spazio prevedibilmente da loro occupabile». Logico, quindi, ritenere che «le microcar non potevano sostare in quegli spazi, in quanto quadricicli a motore su quattro ruote». Peraltro, il «codice della strada» sancisce, ricordano i giudici, che «nelle zone di sosta in cui gli spazi destinati a ciascun veicolo sono delimitati da segnaletica orizzontale, vale a dire dalle classiche strisce, i conducenti sono tenuti a sistemare il proprio veicolo nello spazio ad esso destinato, senza invadere gli spazi contigui», e ciò comporta, concludono i giudici, che «nel caso delle microcar posteggiate negli spazi destinati ai ciclomotori – ovviamente più stretti – la loro sosta è illegittima».

 

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