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Terremoto Turchia, l'Ingv: la terra si è spostata di tre metri. I rischi per l'Italia

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Il terremoto di questa notte che ha provocato migliaia di morti e raso al suolo migliaia di edifici tra Turchia e Siria ha spostato la terra di tre metri. A fare il punto sul sisma e sulle ripercussioni nella regione del Mediterraneo è Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). "La placca araba si è mossa di circa 3 metri lungo una direzione Nordest-Sudovest rispetto alla placca anatolica; parliamo di una struttura nell’area di confine tra questo mondo, quello della placca araba, con quello della placca anatolica", spiega il professore al Corriere della sera.  La faglia "si è attivata per almeno 150 chilometri con uno spostamento anche superiore ai tre metri", il tutto "in alcune decine di secondi" spiega Doglioni.

 

In altre parole "è come se la Turchia si fosse mossa relativamente alla placca araba verso Sudovest". Tutta la regione è  altamente sismica, "una delle zone più pericolose del Mediterraneo", spiega l'esperto che sull'allerta tsunami che ha interessato per alcune ore l'Italia afferma: "L’allerta si è chiusa. Questo non vuole dire che non possa essere riproposta da eventi franosi nel mare di Levante".

 

Il nostro Paese e gli Stati a ovest della Turchia devono preoccuparsi? "Sono movimenti che non si arrestano mai", e anche se "il sisma interessa una struttura molto lontana dal sistema geologico italiano" questo "non significa che non dobbiamo tenere alta l’attenzione", conclude in riferimento alle attività geologiche da sempre in atto nel nostro sottosuolo. 

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