"Cospito resti al 41 bis", linea dura del governo contro gli attacchi anarchici
Non accenna a diminuire la tensione del mondo anarchico per le sorti di Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso, contro il regime di 41 bis nel quale si trova dal maggio scorso. Roma e Milano sono state bersaglio di azioni violente riconducibili alla galassia anarchica. "All'innalzamento della tensione corrisponde un aumento dell'attenzione da parte nostra e delle forze dell'ordine", ha assicurato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, sottolineando che l'anarchico ha "dimostrato di essere un soggetto con un discreto grado di pericolosità".
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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso dell’informativa di oggi sul caso Cospito in Consiglio dei ministri, «ha sottolineato la rete di supporto nei confronti del detenuto, manifestatasi in plurimi episodi di atti vandalici o incendiari e in manifestazioni di piazza, anche violente, rassicurando che gli accresciuti rischi per la sicurezza hanno determinato un innalzamento dell’attenzione e delle misure necessarie per fronteggiarli», riporta una nota di Palazzo Chigi al termine del Cdm.
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Cospito è arrivato nel pomeriggio nel carcere di Opera, alle porte di Milano, dotato del Servizio di assistenza intensiva, trasferito dall'istituto penitenziario di Bancali, a Sassari, struttura in grado di garantire le cure mediche di cui ha bisogno, dopo 102 giorni di sciopero della fame ed essere passato da oltre 100 kg a 76 kg. Intanto il mondo anarchico sembra in piena ebollizione. Ci sarebbe la firma della pista anarchica negli attentati registrati a Milano e Roma: gli investigatori non escludono che quanto accaduto nelle due città sia strettamente legato alla protesta a oltranza di Cospito. A Milano, due molotov sono state lanciate contro due diverse auto della Polizia locale in viale Tibaldi, nei pressi della sede del Municipio 5 di Milano. L'antiterrorismo meneghino ha aperto un fascicolo, il terzo aperto dalla Procura di Milano nei confronti dell'area anarchica dopo quello per l'invio di una busta con proiettile e la lettera 'A' al Procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. A questi si aggiunge quello per le proteste messe in atto in aula sempre a Torino da diversi esponenti di area anarchica durante il maxi processo 'Scripta Manent' che riguarda una serie di attentati nel nord Italia tra il 2003 e il 2016 con ordigni e plichi esplosivi contro politici, giornalisti e forze dell'ordine, e sono considerati dagli inquirenti tutti organizzati dagli ideologi della Fai, la Federazione anarchica informale, fra cui lo stesso Cospito.
A Roma, sono state incendiate cinque auto 'brandizzate' Telecom, parcheggiate nel piazzale davanti alla sede dell'azienda di telefonia. Poco distante, su una cabina elettrica, scritte contro il 41 bis. La procura capitolina ha aperto un fascicolo anche per gli atti vandalici che, lo scorso venerdì contro le sedi diplomatiche italiane di Berlino e Barcellona.
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Entro il 12 febbraio il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dovrebbe rendere nota la propria decisione in merito all'istanza contro il 41 bis presentato dall'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell'anarchico Alfredo Cospito. La richiesta del legale è stata inoltrata a via Arenula lo scorso 12 gennaio. Lo scorso 10 gennaio, via Arenula aveva diffuso una nota nella quale veniva specificato che al Ministero della Giustizia non è arrivata alcuna richiesta di revoca del regime speciale 41 bis né da parte del detenuto, né da parte dell'autorità giudiziaria, che a fronte dell'aggravamento delle condizioni di salute può disporre una sospensione della pena o chiedere al ministro una revoca del regime speciale.
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Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia – si legge nel resoconto del Cdm diffuso da Palazzo Chigi – «ha ricordato le ragioni che hanno determinato l’autorità giudiziaria a proporre e confermare il regime detentivo di cui all’articolo 41 bis attualmente in essere a carico di Alfredo Cospito e, nel pieno rispetto dell’autonomia di valutazione della stessa autorità giudiziaria, ha rilevato che la Corte di cassazione è chiamata a rendere una decisione in merito nel prossimo mese di marzo». Per la parte di propria competenza, dunque, Nordio «ritiene di non revocare il regime di cui all’articolo 41 bis»,