Qatargate, pm a caccia di altri soldi. Un'inchiesta anche a Milano: chi trema
La caccia ai soldi continua. L'indagine dei pm belgi sul Qatargate va avanti e presto potrebbe essere aperta un'inchiesta autonoma a Milano, con i magistrati meneghini che continuano a lavorare a stretto contatto con i colleghi di Bruxelles. Dopo la due giorni a Milano gli inquirenti begli infatti hanno annunciato l’intenzione agli omologhi di Milano di fare nuovi accertamenti bancari nell'ambito delle accuse di corruzione da parte di Paesi esteri come il Qatar nei palazzi del potere europeo.
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L'inchiesta potrebbe presto "raddoppiare". Al momento tutti gli arresti, le perquisizioni e i sequestri eseguiti dalla procura di Milano e dell’aliquota di polizia giudiziaria della GdF sono stati delegati dalla magistratura belga sulla base dell’assistenza giudiziaria tra i due Paesi. Ma non si esclude che nelle prossime settimane sarà aperto di un fascicolo autonomo milanese, su cui non ci sarebbe opposizioni da Bruxelles, in virtù del quale gli investigatori italiani potranno adottare iniziative indipendenti. Nel frattempo il giudice istruttore Michel Claise e il magistrato della procura federale Raphael Malagnini hanno chiesto alcune settimane per analizzare tutto il materiale d’interesse investigativo di cui è stata fatta copia forense tra ieri e mercoledì. I titolari belgi dell'indagine sulla presunta corruzione all'interno del Parlamento europeo sono pronti a uno scambio di informazioni sempre maggiore visto che la procura di Milano sarebbe ormai intenzionata, in tempi brevi, ad aprire un fascicolo autonomo con l'ipotesi di riciclaggio.
I giudici del Belgio si arrendono sul Qatargate: la decisione sui domiciliari
Intanto restano in carcere in Belgio il segretario autosospeso dell’Ong No Peace Without Justice Niccolò Figà Talamanca e l’ex assistente parlamentare di Pier Antonio Panzeri, Francesco Giorgi come deciso ieri dalla camera di consiglio a Bruxelles, con un’ordinanza che conferma la detenzione preventiva dei due.