Carburanti, i benzinai revocano il secondo giorno di sciopero. Palla al Parlamento
Dopo una trattativa serratissima con il governo i benzinai revocano il secondo giorno di sciopero: i self service hanno riaperto già alle 19, giovedì il servizio sarà regolare, come proposto martedì sera da Faib Confesercenti. Una scelta che "non vuol dire smontare la partita", frenano però i gestori, perché "la mobilitazione rimane in piedi" e "se il decreto legge dovesse uscire dal parlamento così come è stato proposto il 14-15 gennaio noi torneremo alla carica con la mobilitazione perché è inattuabile e inutilmente punitivo nei confronti dei gestori", spiega il presidente Fegica Roberto Di Vincenzo al termine del secondo incontro in 24 ore, convocato al Mimit per spiegare i termini dell'apertura annunciata dal governo. "È stato apprezzato - commenta il ministro delle Imprese Adolfo Urso - l'impegno continuo del Governo a migliorare il testo del decreto legge che mantiene fisso il principio della trasparenza a beneficio sia dei consumatori che degli stessi gestori." "Soprattutto è stata riconosciuta l'importanza dell'insediamento di un tavolo permanente per il riordino complessivo del settore a cui bisogna riconoscere il lavoro quotidiano al servizio dei cittadini, come nel periodo della pandemia" conclude Urso.
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I gestori però non sono soddisfatti. "Ritengo che le proposte avanzate, e diamo atto dei passi in avanti, non colgono a pieno le richieste fatte. La materia è ostica e credo che l'amministrazione se ne sia resa conto di quanto sia difficile intervenire", spiega ancora Di Vincenzo, "il tavolo riprende l'8 febbraio, al parlamento adesso passa la palla sull'emendamento che è stato preparato solo in parte".
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Sostanzialmente, lamentano sia Fegica che Figisc/Anisa Confcommercio, anche l'ultimo incontro "non è riuscito ad evidenziare alcun elemento di concretezza che possa consentire anche solo di immaginare interventi sui gravissimi problemi del settore e di contenimento strutturale dei prezzi", spiegano, aggiungendo che "le proposte emendative avanzate dal Governo al suo stesso decreto non rimuovono l'intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori. Appare ormai chiaro che ogni tentativo di consigliare al Governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto". Ma "i cittadini italiani hanno perfettamente capito" e "è, quindi, a loro, ai cittadini che i benzinai si rivolgono, non certo al Governo, revocando il secondo giorno di sciopero già proclamato, eliminando ogni possibile ulteriore disagio, a questo punto del tutto inutile", dopo le prime 24 ore di stop con un'adesione, secondo gli organizzatori, dell'80-90% su tutta la rete. Il confronto a questo punto si sposta in Parlamento "dove i benzinai hanno già avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il testo del decreto cosiddetto trasparenza sui prezzi dei carburanti raccolga in sede di conversione le necessarie modifiche".