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ItsArt, l'esoso flop della Netflix italiana. Cosa fa Franceschini davanti alle Iene

Pietro De Leo
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ItsArt, ovvero la “Netflix italiana”, un costoso fiore all’occhiello che però non è mai sbocciato. Se ne sono occupate, nella puntata di martedì 17 gennaio, Le Iene in un servizio che ricostruisce la vicenda di quel portale voluto dall’ex ministro della cultura Dario Franceschini. Nel 2020, anno del lancio, annunciava così l’iniziativa: “un luogo dove la produzione italiana, cinema, teatro, prosa, viene offerta sulla rete. A pagamento”. Insomma, una vetrina web per quell’immenso patrimonio audiovisivo italiano.

 

Solo che, dopo un paio d’anni, tra le prime iniziative del ministro della cultura del governo di Centrodestra, Gennaro Sangiuliano, c’è stata proprio la messa in liquidazione del progetto. Con fondate motivazioni, ricostruite dal servizio del programma di Italia 1. Quello di ItsArt, infatti, si è rivelato un esoso flop. Ingenti le risorse impiegate, 16 milioni di euro, a fronte di 140 mila euro di ricavi. Mille soltanto, invece, i ricavi provenienti da utenti fuori dall’Italia.

 

Nel servizio si ricostruisce la tormentata vicenda gestionale, con ben tre amministratori delegati. E si punta il dito, peraltro, sul meccanismo che sarebbe stato prevedibilmente zavorrante: la fruizione non avveniva tramite abbonamento (meccanismo su cui, per esempio, si basa Netflix) ma acquistando ogni singolo prodotto, alcuni dei quali si trovano gratis in altre piattaforme. Dunque, la cattiva riuscita del progetto oggi è certificata, ieri era prevedibile. “Continuo a pensare che fosse una buona idea”, dice Dario Franceschini raggiunto dall’inviato del programma. Però, alla domanda se lui avrebbe mai investito soldi propri in un progetto del genere, si infila in auto. Un gesto che vale una risposta molto chiara.

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