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Cartabianca, Di Matteo: "Figure di alto livello", chi ha protetto Messina Denaro

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Il fatto che Matteo Messina Denaro "si curasse a Palermo e vivesse stabilmente a Campobello di Mazara dimostra come nell’ultimo periodo ha goduto di tantissime protezioni, provenienti anche dall’alto". Nino Di Matteo, magistrato e consigliere del Csm, ospite di Bianca Berlinguer a Cartabianca su Rai 3 affronta il tema delle coperture di cui avrebbe goduto il boss arrestato ieri durante la latitanza trentennale. "Come per tutti i latitanti non mi stupirei se nel tempo emergesse che qualche figura di alto livello lo ha protetto: la storia della mafia è piena di questi legami", aggiunge Di Matteo.

 

Come emerso dalle indagini, il boss di Castelvetrano usciva di casa normalmente, e non solo per le cure in seguito alla diagnosi di un tumore. "Mi ha sorpreso e lasciato inquieto sapere che Matteo Messina Denaro si sentisse così sicuro e protetto nella sua latitanza: il trionfo dello Stato sulla mafia arriverà quando scopriremo chi ha interagito con lui e chi lo ha coperto così a lungo. Da uomo di Stato mi vergogno di questi trent’anni di silenzio", sono le parole forti di Di Matteo. "Lascia sgomenti pensare che quest’uomo fosse in grado di ricattare lo Stato con tutti i segreti che possiede, penso ad esempio all’attentato mai realizzato a Giovanni Falcone a Roma o al contenuto dell’agenda di Paolo Borsellino - continua il magistrato - La sua figura è importante anche perché conosce tutti i segreti delle stragi, nelle quali era una figura di primo piano". 

 

Messina Denaro è depositario dei segreti di una stagione che ha insanguinato l'Italia. "Le stragi del 1993 vennero fatte per ricattare lo Stato sul tema dell’ergastolo: le speranze di Cosa Nostra erano molto vicine a realizzarsi, per via delle sentenze della Corte europea dei Diritti dell’uomo e della Corte costituzionale, ma se il governo farà un decreto per contrastarle ho paura di quale potrebbe essere la reazione", sottolinea il membro del Csm, che spiega: "La reazione potrebbe configurarsi sia come attacco frontale allo Stato sia, cosa che auspico, come collaborazione senza reticenze da parte di figure di spicco". 

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