Messina Denaro, “condizioni compatibili con il carcere”. Il destino è il 41 bis
Matteo Messina Denaro è stato arrestato e per lui sono pronte ad aprirsi le porte del carcere. “Al momento le condizioni sono compatibili con la detenzione in carcere. Ancora, in questo momento, non possiamo rispondere su quale sarà la struttura penitenziaria a cui sarà destinato Matteo Messina Denaro. Non abbiamo trovato un uomo distrutto, in apparente buona salute, ben curato. In linea con un uomo di 60 anni di buone condizioni economiche. Non poteva affidarsi a personaggi lontani dal contesto territoriale ma su questo stiamo procedendo ad approfondimenti investigativi” le parole del procuratore aggiunto Paolo Guido rispondendo alle domande dei cronisti nel corso della conferenza stampa per l’arresto del boss di Cosa Nostra. Come riferito è stato già proposto il 41 bis per il detenuto.
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Il procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio de Lucia, ha fornito ulteriori dettagli sull’arresto: “Senza intercettazioni non si possono fare indagini di mafia. Questa è stata una indagine che si è basata su spunti e approfondimenti investigativi, senza l’apporto di collaboratori di giustizia o soffiate anonime. Non abbiamo allo stato elementi sul complicità da parte del personale della clinica, i documenti che utilizzava ad una prima lettura sembrano autentici. Gli accertamenti d’altro canto sono appena partiti. L’uomo che lo accompagnava è, come si dice, un perfetto sconosciuto se non per l’omonimia con un altro soggetto noto invece alle cronache, si chiama Giovanni Luppino e al momento è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento. Matteo Messina Denaro non parla, indicazioni non ne ha date e fino a stamattina non sapevamo neanche che faccia avesse. L’obiettivo primario era per noi al cattura”.
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Poi in conferenza stampa è stato il turno di Giuseppe Arcidiacono, comandante provincia dei carabinieri di Palermo: “Quando abbiamo avuto contezza del fatto che il latitante era arrivato nella struttura sanitaria, è scattato l’intervento che era stato organizzato su più livelli, anche in una delle vie di accesso che doveva essere presidiata. Proprio nei pressi della clinica, il latitante è stato individuato e bloccato assieme al suo complice. Il latitante non ha opposto alcuna resistenza, si è subito dichiarato con il suo nome e cognome. Posso aggiungere che guardandolo c’era poco verificare perché realmente il volto è quello che ci aspettavamo di trovare”.
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