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Il retroscena dell'incontro governo-benzinai: perché è stato congelato lo sciopero

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Sarebbero state le rassicurazioni del governo ad accogliere alcune richieste e istanze dei benzinai a fermare lo sciopero già in agenda per fine gennaio. Al momento lo stato di agitazione dopo le polemiche sul caro carburanti resta congelato, in attesa di un confronto che prosegue, a partire dal tavolo tecnico fissato per martedì prossimo. Dietro la decisione di un passo indietro dei distributori, o meglio di un passo di lato, ci sarebbe stato, in particolare, l’impegno del governo ad ‘ammorbidire’ le sanzioni annunciate dopo il Cdm di martedì scorso, ovvero sanzioni per chi non si attiene alle nuove regole - esporre il prezzo nazionale medio oltre a quello praticato - con il rischio, per i ‘recidivi’, di vedersi chiudere la pompa da 7 fino a ben 90 giorni. Paletti giudicati eccessivi dagli addetti ai lavori, tanto da portare l’esecutivo a introdurre «una rimodulazione congrua» che sarebbe stata già inserita nel testo - oggetto di limature - ancor prima dell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi. 

 

 

Da qui le rassicurazioni ai benzinai, che si sarebbero convinti, anche per questo, a mettere lo sciopero in stand by. Oltre ad ammorbidire le sanzioni, che nel Cdm di martedì scorso prevedevano multe di mille euro oltre alla stretta sui furbetti, nel testo sarebbe stata inserita una distinzione tra i ritardi da un lato e le omesse comunicazioni dall’altro nell’esposizione dei prezzi ai distributori. Il governo Meloni cerca la mediazione e per ora ci è riuscito. E ora è al lavoro per capire come placare le polemiche dopo i rincari di benzina e diesel.

 

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