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Emanuela Orlandi, la sentenza di Giancarlo Capaldo: “Temo sia morta”

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Giancarlo Capaldo, ex procuratore aggiunto di Roma, ha rilasciato un’intervista a La Stampa dopo la notizia dell’apertura delle indagini da parte del Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, una ragazza di cui il magistrato si è occupato a lungo: “Credo che Emanuela sia entrata, con l'ingenuità dei suoi quindici anni, in un gioco troppo più grande di lei. Ritengo che sia stata sequestrata a fini di ricatto e poi riconsegnata da Renato De Pedis a qualcuno inviato dal Vaticano. Temo che, successivamente, sia morta. Spero che si arriverà alla verità, ma lo ritengo improbabile. La verità è un concetto astratto, ha tante facce e non tutte presentabili. Alcune possono essere digerite solo dalla Storia. È comunque un segnale forte che il Vaticano, inaspettatamente, sua sponte, apra per la prima volta un'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela”.

 

 

“La mia amarezza più grande - racconta Capaldo a Gianluigi Nuzzi - è stata quella di essere arrivato a un punto di svolta e non essere riuscito a realizzarla per l'intervento di forze sconosciute, anche se individuabili. Sono individuabili per chi vuole capire cosa è accaduto, intelligenti pauca. Vorrei sperare che l'iniziativa del Vaticano oggi non continui a essere coerente con il suo atteggiamento di sempre, tendente a mantenere un profilo basso. A suo tempo avevo intravisto una voglia di cambiamento che poi non si è verificato”.

 

 

Capaldo è convinto è che qualcuno sappia cosa sia successo davvero a Orlandi: “È passato molto tempo, ma credo che all'interno del Vaticano vi siano ancora persone che conoscono la verità, alcune direttamente e altre indirettamente. E conoscere la verità, con particolari dettagli, per taluni è stato decisivo nella carriera. Spero solo - l’auspicio finale del magistrato nelle sue dichiarazioni - che la famiglia possa ritrovare il corpo della ragazza per raggiungere l'unica pace possibile con la preghiera”.

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