L'inflazione rende la pasta un bene di lusso: si va verso i 2 euro al chilo
L’impennata dell’inflazione pesa sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa dell’effetto valanga dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi all’inflazione a dicembre che evidenziano un aumento medio del 9,1% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande nel 2022 rispetto all’anno precedente.
Sessanta miliardi di inflazione, la guerra ci presenta il conto
Tra le categorie di prodotti che hanno pesato di più sull’aumento di spesa degli italiani ci sono la verdura che precede sul podio “pane, pasta e riso” e poi “carne e salumi” mentre al quarto posto la frutta precede il pesce, poi “latte, formaggi e uova” e quindi “olio, burro e grassi”. Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e sale, “condimenti e alimenti per bambini”. In particolare, sottolinea il Corriere della Sera, il prezzo medio al chilo è passato da 1,42 euro di luglio 2021 a 1,84 euro di luglio 2022, ma la tendenza è ancora in rialzo e ormai la soglia dei 2 euro al chilo per il cibo più amato degli italiani è dietro l’angolo.
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