Ricciardi teme per lo tsunami-Covid in Cina: “Si rischia una variante ancora più cattiva”
Il rischio che i milioni di contagi Covid registrati dalla Cina favoriscano lo sviluppo di nuove varianti del coronavirus pandemico esiste. A dirlo e a lanciare l’allarme in un’intervista a La Stampa è Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e presidente del Mission Board for Cancer dell’Ue. “Una variante più contagiosa di Omicron è difficile, siamo già a livelli record. Il pericolo è che ne nasca una più patogenica, uno scenario possibile” le parole dell’ex consulente di Roberto Speranza durante le fasi più critiche del Covid.
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Gli altri Paesi dovrebbero tutelarsi? Ricciardi risponde così alla domanda su eventuali limitazioni ai viaggi da Pechino e dintorni: “Quelli vicini come Giappone e Taiwan lo hanno fatto, chiedendo il tampone in arrivo dalla Cina. In Occidente ormai le cautele vengono lasciate ai singoli, c’è una buona copertura vaccinale e in assenza di nuove varianti basta aggiornarla con i richiami consigliati”.
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Ma quindi la Cina, dopo aver dato origine al Sars-CoV-2, rischia ora di rinnovarlo? “Purtroppo sì”, risponde sconsolato Ricciardi, e così stando le cose l’Organizzazione mondiale della sanità non può fare più di tanto: “L’Oms non ha strumenti sufficienti per intervenire - evidenzia l’esperto -. Il trattato pandemico internazionale di cui si discute non è stato ancora approvato. Nel migliore dei casi avverrà l’anno prossimo e non è neppure sicuro che sarà vincolante. Fino ad allora ogni Paese continuerà ad agire come crede. I virus respiratori circolano impuniti come il Sars-CoV-2, l’influenzale e il sinciziale”.